Spalma-incentivi: assoRinnovabili illustra le criticità alle commissioni del Senato
L'associazione ha partecipato ad un'audizione dinanzi alle commissioni competenti di Palazzo Madama per illustrare le criticità del provvedimento spalma-incentivi appena approvato dal governo
01 July, 2014
AssoRinnovabili ha partecipato ad una audizione al Senato dinanzi alle Commissioni competenti riunite (10ma e 13esima) per ascoltare il parere dell'associazione sulle criticità del provvedimento spalma-incentivi, varato dal governo per introdurre una rimodulazione degli incentivi per una parte degli impianti fotovoltaici già installati.
Nel corso dell'incontro, assoRinnovabili ha evidenziato in dettaglio quelle che a suo dire sarebbero le principali criticità del provvedimento:
- È una norma retroattiva, discriminatoria, contraria alla Costituzione e agli obblighi
internazionali
- Allontana gli investitori, creando un forte danno reputazionale al Paese
- Non è chiaro se e come le banche sosterranno il taglio con garanzia CDP derivante
dalla spalmatura
- È una misura con costi immediati e grandi rischi potenziali per il Bilancio dello Stato
- Le imprese fotovoltaiche saranno insolventi verso gli istituti finanziatori, i Comuni e gli
enti locali, gli agricoltori e i proprietari dei terreni e i fornitori
- Molte aziende saranno costrette a dichiarare fallimento, con seri impatti occupazionali
- È un decreto scritto in modo affrettato.
Per quanto riguarda in particolare il primo punto, secondo l'associazione si configura un vero e proprio vizio di incostituzionalità per lo spalma-incentivi: «In base al Parere del Presidente Emerito di Corte Costituzionale prof. Onida, la misura si configura come un intervento su rapporti di durata già cristallizzatiin contratti di diritto privato (le convenzioni con il GSE), o comunque su decisioni già assunte dai produttori, che hanno effettuato investimenti e contratto oneri in base a previsioni economiche di cui l’aspettativa dell’incentivo è parte determinante – spiega assoRinnovabili - Ciò risulterebbe in contrasto con i limiti costituzionali alla retroattività delle leggi, con il principio - connaturato allo Stato di diritto e riconducibile agli artt. 3 e 41 della Costituzione - di tutela dell’affidamento legittimamente sorto nei soggetti che hanno avviato un’iniziativa energetica, nonché con l’esigenza di certezza dell’ordinamento».
Secondo l'associazione, inoltre, lo spalma-incentivi appare in conflitto con gli obblighi internazionali derivanti dal Trattato sulla Carta Europea dell’Energia e quindi anche con l’art. 117, primo comma, della Costituzione, poiché violerebbe l’impegno assunto dagli Stati
firmatari (tra cui l’Italia) ad assicurare agli investitori “condizioni stabili” oltre che “eque,
favorevoli e trasparenti”, per lo sviluppo delle proprie iniziative.
A proposito invece delle possibili reazioni da parte degli investitori, per assoRinnovabili lo spalma-incentivi «minerebbe seriamente la credibilità del nostro Paese nei confronti degli investitori esteri e anche italiani in quanto verrebbero messi in discussione i principi stessi alla base di uno “stato di diritto”, allontanando qualsiasi ulteriore interesse ad investire nel settore delle rinnovabili e provocando un enorme danno reputazionale anche per altri settori».
Per queste e per altre ragioni (vedi il documento assoRinnovabili), l'associazione chiede al parlamento di modificare il decreto taglia-bollette, che include le misure a carico del fotovoltaico, nel corso della conversione in legge.