"Palazzo Marino sperimenterà la tassa rifiuti personalizzata"
Il Consiglio comunale ha chiesto alla Giunta Pisapia di avviare per il 2015 una sperimentazione di tariffa puntuale sui rifiuti, per pagare secondo solo quanto si produce. L'assessora Balzani: “Alla base c’è un tema etico e non solo un discorso di equità” - da REPUBBLICA del 4.07.2014
04 July, 2014
di Ilaria Carra
A San Francisco è un meccanismo consolidato ormai da decenni. Ma senza guardare oltreoceano ci stanno già provando pure in Brianza, a Lissone e Seveso. Pagare la tassa dei rifiuti in base a quanti ne produci. Niente di più, niente di meno. Anche Milano ci tenterà: tariffa “puntuale”, si chiama. La proposta, targata Movimento 5 Stelle, è stata accolta dalla giunta di Palazzo Marino che per il prossimo anno avvierà in città una sperimentazione.
L’aula del Consiglio comunale due giorni fa ha licenziato la Tari per il 2014, ma allo stesso tempo ha impegnato la giunta a fare un passo in avanti. Guardando al futuro. Merito del consigliere grillino Mattia Calise e del suo ordine del giorno che ha trovato uno sponsor nell’assessore al Bilancio, Francesca Balzani. Il documento è stato difatti accolto. «Il Consiglio — c’è scritto — impegna la giunta a prevedere per il 2015 l’avvio di un progetto di tariffazione puntuale applicando meccanismi di rilevazione del volume o del numero di contenitori esposti su un campione adeguato di utenze domestiche, finalizzato alla graduale introduzione della stessa tariffa sull’intera area urbana».
È la tariffa del futuro, quella puntuale, sulla carta. In pratica oggi la Tassa sui rifiuti, la Tari (ex Tares), si paga in base alla grandezza della casa in cui si vive e al numero di persone che ci abitano, senza alcun collegamento con la quantità di immondizia prodotta. Questo modello ribalta la filosofia. Meno rifiuto produci, meno paghi, premiando chi fa maggiori sforzi di differenziare.
Come si fa? L’amministrazione deve ancora scegliere l’opzione milanese e costruire la sperimentazione con Amsa. Ma i modi sono sostanzialmente due: un microchip sul sacchetto che di fatto ne pesa il volume oppure
una specie di badge per ogni condomino con cui aprire il bidone e che riconosce la quantità che hai gettato. Di fatto, è la tracciabilità del rifiuto. E probabilmente, a Milano, si partirà dalle zone che meglio se la stanno cavando con la raccolta dell’umido.
Gli effetti per il cittadino? Si responsabilizza. Perché più si inquina, più si paga e per risparmiare si cercherà quindi di trovare prodotti con meno packaging, e lo stesso dovranno fare anche le aziende. Alla lunga ci sarà anche un risparmio su quanto si paga, perché con meno raccolta di rifiuti da fare diminuiranno anche i costi del servizio: «Non è solo un tema di tariffa nel segno dell’equità, ma anche di approccio diverso alle tematiche ambientali — dice l’assessore Balzani — c’è un tema etico: l’obiettivo è essere più bravi nelle buone pratiche di differenziazione dei rifiuti».
Soddisfatto Mattia Calise, unico consigliere grillino in piazza della Scala: «Si sono presi la responsabilità di fare la sperimentazione per valutare l’introduzione di questa tariffa — dice — . La legge già lo chiede da anni ma quasi tutti i Comuni sono in deroga. È la tariffa del futuro».