La creazione di una Gtt regionale tra entusiasmi e perplessità
La creazione di una Gtt regionale suscita sentimenti contrastanti. Allo scetticismo di Proto, presidente di Arriva, risponde il Ceresa, presidente di Gtt: "Deriveranno efficienza e risparmio con un'azienda di trasporto regionale con la partecipazione azionaria dei privati" da Repubblica del 10.07.2014
10 July, 2014
di Mariachiara Giacosa
Non è piana la strada verso la creazione di una Gtt regionale. L'idea era già stata lanciata in campagna elettorale da Sergio Chiamparino, e apprezzata dal sindaco Piero Fassino. Ed é stata ribadita martedì dal presidente nel suo discorso programmatico in Consiglio regionale: creare un unico gestore piemontese, per treni e autobus, che ruoti intorno a Gtt, il gruppo più grande, ma che raccolga anche altre imprese del Piemonte e si apra al mercato. Giuseppe Proto, dirigente di Arriva e rappresentante delle aziende private in Extra To, il consorzio pubblico-privato che gestisce i trasporti nel torinese, intervistato ieri su «Repubblica» ha espresso le sue perplessità, bocciando il progetto come «tortuoso e insostenibile».
Oggi gli risponde il presidente di Gtt, Walter Ceresa che invece considera l'ipotesi interessante e si candida a esserne il propulsore. «Un'azienda di trasporto regionale con la partecipazione azionaria dei privati è un'idea che sposiamo in pieno perché consentirebbe di fare efficienza e risparmi». Qualche esempio? «Se ho un'azienda di trasporto e devo affittare un deposito per dieci bus, e ne metto invece 50 perché in partneship con altre aziende, faccio economie di scala e riduco le spese». Secondo Ceresa non c'è rischio che al privato tocchi farsi carico dei carrozzoni pubblici: «Vengo dal mondo del privato: lì ridurre gli sprechi è una mission, ma anche le aziende pubbliche non possono fare altrimenti. Lo dico sempre ai miei dipendenti: è passata l'epoca dei carrozzoni». E in ogni caso le cose così non possono andare avanti per molto: «C'è un problema di risorse - sottolinea - tagliate drasticamente in questi anni senza tenere conto della quantità e della qualità dei servizi. Certo, anche da questo punto di vista, l'idea di un gestore unico, è pregnante».
Facciamo un passo indietro: come potrebbe funzionare la Gtt regionale? Le ipotesi sono ancora allo studio e saranno discusse con il territorio. Una possibilità è che il gruppo che gestisce il trasporto pubblico a Torino allarghi il suo raggio d'azione anche fuori dai confini della provincia in joint venture con le altre aziende di trasporto, pubbliche e private. Cosa che in parte già avviene, visto che Gtt già fa parte con quote di minoranza dei consorzi cuneesi, astigiani e alessandrini. Non solo: «Stiamo già partecipando alle gare di altre realtà - racconta Ceresa - Insieme a all'Atap, l'azienda dei trasporti di Biella abbiamo vinto il trasporto
di Vercelli. «Se l'approdo finale sarà un consorzio regionale che raccoglie i consorzi provinciali - commenta Clemente Galleano, presidente di Grandabus, che gestisce gli autobus del cuneese - potranno esserci dei vantaggi per le aziende e per gli utenti».
Se invece la soluzione finale sarà quella di un'azienda pubblica, con quote disponibili per i privati, «allora - prosegue - difficilmente i privati saranno interessati a entrare nella partita, visto che fino a poco tempo fa era proprio Gtt a voler vendere».
Qualsiasi sarà la soluzione l'obiettivo della Regione è chiaro: ridurre il numero degli interlocutori. Non dover più trattare stanziamenti e programmazione del servizio con la galassia attuale (59 aziende tra pubbliche e private), seppur in molti casi già raccolte in consorzio, ma con un soggetto più organizzato che gestisca tutti i collegamenti, ferroviari e automobilistici che «potrebbero in questo modo essere meglio integrati per collegare 'tipo metropolitana' tutte le località del Piemonte». Non solo, se il soggetto è unico, anche gli eventuali tagli delle risorse si spalmerebbero su una realtà più grande e sarebbe più facile neutralizzarne gli effetti. Per fare un esempio: se dovessero essere soppressi i pullman tra Savigliano e Saluzzo, i lavoratori dell'azienda che gestisce ora la linea non andrebbero a casa, ma sarebbero spostati su un'altra linea gestita dalla società unica.