“Gli orti di Expo”, un’iniziativa per la sostenibilità alimentare e il rispetto dell’ambiente
Presentato un progetto di legge a firma del gruppo regionale del PD per la creazione di 10mila orti didattici, sociali, urbani e collettivi
10 July, 2014
di Aglaia Zannetti
Valorizzare, condividere e diffondere le conoscenze in campo alimentare e agricolo offrendo al contempo una nuova e integrativa forma di approvvigionamento alimentare: con il Progetto di Legge 130, presentato il 9 luglio in VIII Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, il Partito Democratico propone un “primo contributo fattivo alla costruzione dei contenuti e dei lasciti materiali e immateriali di EXPO, con il coinvolgimento delle comunità locali che parteciperanno alla realizzazione delle esperienze sui territori e con un investimento culturale ed educativo”.
Si guarda al dopo Expo, dunque, il cui lascito non sarà solo materiale - gli orti e la riqualificazione del territorio- ma porterà con sé un patrimonio di valori immateriali quali il recupero della tradizione, della cultura e dell’identità, nonché la modifica dei modelli alimentari e degli stili di vita e un bagaglio di conoscenze tecniche relative alla coltivazione sostenibile.
Secondo i dati diffusi da Coldiretti Lombardia, dal 2012 ad oggi il numero degli orti urbani nei capoluoghi di provincia della Lombardia (fra Milano, Lodi, Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova, Como, Lecco, Varese, Sondrio, Monza e Pavia) è passato da circa 2000 a 2800 appezzamenti, con una crescita del 40%. Chiara Bisconti, assessore al Verde e Qualità della Vita, è intervenuta in diretta web durante la conferenza stampa per la presentazione del progetto: “Quella degli orti è una componente antica, ma che sta prendendo piede in fasce inaspettate della popolazione. Milano conta, perciò, 800 particelle ortive, ma anche fenomeni nuovi come i giardini condivisi, gli orti nelle scuole, realtà associative dove l’elemento orto significa qualità della vita, ma ha anche uno scopo educativo, appunto. Insomma, è la campagna che entra in città, è un verde non più ornamentale, ma espressione di vita del singolo. Questo è il cuore di Expo e all’amministrazione comunale piace che venga abbinato agli orti. Oltre tutto, di questi tempi, è un progetto non solo poco costoso, ma che porta addirittura risparmio perché è la presa in carico diretta da parte dei cittadini della cura del verde”.
Nelle slide di presentazione del progetto a firma PD si legge che “Una produzione media di 180 kg di frutta e ortaggi potrebbe comportare un risparmio per le famiglie di circa 300/350 euro l’anno” per cui, secondo il PD “le sole produzioni degli orti del primo anno sarebbero sufficienti a recuperare l’investimento complessivo di Regione Lombardia”.
Con lo stanziamento previsto, sostiene il PD, sarà possibile realizzare, in pochi mesi, 10000 orti (con un contributo fino al 50% per particella o orto fino a un massimo di 300 Euro per gli orti urbani e sociali ) di cui almeno 1000 da destinarsi a orti didattici, con la partecipazione attiva di circa 20mila studenti nell’ottica di un progetto educativo che prevede la trasmissioni di saperi legati alla salvaguardia dell’ambiente e alla cultura del cibo.
Gli “orti di Expo” , secondo il progetto, potranno essere realizzati dai Comuni, dagli Istituti scolastici e dagli Enti gestori di aree protette aventi sede in Lombardia che potranno così avvalersi di misure di sostegno sulla base di progetti specifici da sottoporre all’Assessorato all’Agricoltura. Tutti i progetti dovranno avvalersi di tecniche di agricoltura sostenibile – risparmio idrico, riciclo dei rifiuti e compostaggio, minimizzazione utilizzo di composti chimici – e prevedere corsi di educazione ambientale e alimentare .