È nata #malasosta, “una battaglia di civiltà contro la sosta selvaggia”
A Torino il coordinamento spontaneo che sensibilizza contro la sosta selvaggia, i pericoli che comporta e le promesse non mantenute dall'amministrazione: “La città è invasa dalle auto, ma qui il mezzo a quattro ruote è come la vacca sacra in india: se la tocchi sono guai"
15 July, 2014
“Tremila auto in doppia fila al giorno nella sola Via Madama Cristina, ciclabili utilizzate come parcheggi, marciapiedi e aree pedonali che diventano aree di sosta gratuita in un clima di indifferenza generalizzata. Un groviglio di lamiere che rallenta il traffico, blocca il trasporto pubblico, ostruisce gli spazi e soprattutto rende le strade molto pericolose. Un caos senza regole che impoverisce la città e che costa milioni di euro alla collettività”.
Sono le parole del coordinamento spontaneo #malasosta “contro la sosta selvaggia” che dal maggio scorso opera a Torino e che dichiara di portare avanti “una battaglia di civiltà”. Su https://twitter.com/malasosta e su http://malasosta.tumblr.com/ sono visibili gli scatti e le grafiche elaborati dal gruppo che cerca di persuadere i cittadini a combattere non solo la sosta selvaggia in sè ma anche la consuetidine, tutta italiana, di tollerarla bonariamente, al pari di tanti altri comportamenti illeciti al volante. “Di sosta selvaggia si può anche morire”, dicono gli attivisti. “Lasciare l’auto sul marciapiede, in doppia fila, su una pista ciclabile, non è come evitare di pulire la cacca del cane a passeggio, con cui al massimo ci si sporca le scarpe. Sono comportamenti che possono causare incidenti gravi, coinvolgendo non solo gli utenti deboli della strada, pedoni e ciclisti, ma gli stessi automobilisti”.
Le immagini raccolte a Torino sono impietose e non lasciano spazio a sfumature. “La città è invasa dalle auto, ma qui il mezzo a quattro ruote è come la vacca sacra in india: se la tocchi sono guai - dicono gli attivisti - benché in campagna elettorale candidati sindaco e politici vari facciano a gara a predicare la mobilità sostenibile, a sostenere pedonalizzazioni e incentivi per l’uso della bicicletta… poi a conti fatti gli unici interventi in programma sono parcheggi!” Una realtà a cui l’occhio del cittadino torinese è abitutato ma che, depurata dal modello culturale di “città autocentrica” e osservata con distacco, risulta preoccupante. Soprattutto se paragonata alle aree urbane del centro e del nord Europa.
“Visto lo scarto tra le promesse degli amministratori e la realtà dei fatti - spiegano gli attivisti- abbiamo deciso che la campagna di sensibilizzazione di #malasosta dovesse avere dei toni sarcastici”. Detto fatto. Con un abile lavoro grafico le dichiarazioni dei politici cittadini in campagna elettorale sono state sovrapposte alle impietose fotografie della realtà urbana: così, ad esempio, compare l’assessore all’ambiente del comune di Torino, Enzo Lavolta, che proclama il successo del Bike Sharing sovrapposto ad una stazione del ToBike compromessa dalle auto parcheggiate a fianco; oppure il sindaco, Piero Fassino, che sopra una via Roma satura di auto in divieto di fermata, o l’area pedonale di Piazza St. Giulia utilizzata come parcheggio gratuito, ribadisce la ferma intenzione dell’amministrazione a continuare con le pedonalizzazioni.
A quanto asseriscono i promotori la campagna #malasosta è solo all’inizio: oltre alle centinaia di immagini e di dichiarazioni “contraddittorie” degli amministratori sono in produzione dei video e una app che, a detta del coordinamento, potrebbe far molto discutere.