Carte bollate e vandalismi, nei condomini è guerra per le bici in cortile
Il Comune di Milano: "E' un diritto". Le leggi permettono a tutti i cittadini di lasciare il mezzo nella corte del proprio palazzo (addirittura dal Regolamento edilizio del 1999). Nella realtà, accettando ingiustizie e subendo piccoli vandalismi, spesso i ciclisti sono costretti a portarlo in balcone - da Repubblica.it del 18.07.2014
18 July, 2014
di Tiziana de Giorgio e Alessia Gallione
All’associazione FiabCiclobby di segnalazioni ne arrivano almeno dieci al mese. Numeri che aumentano con le assemblee di condominio estive trasformate in battaglie per le due ruote. Perché nonostante due regolamenti comunali e un invito spedito agli amministratori da Palazzo Marino, sono ancora tanti i palazzi in cui è vietato parcheggiare le bici in cortile. L'invito suona(va) così: "Cari amministratori di condominio, rispettate il diritto a parcheggiare le biciclette nei cortili".
È passato un anno esatto da quell'appello. E l'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran dice: "È stato di stimolo per decine di condomini, anche se ci sono ancora situazioni di conflittualità". Perché quello a lasciare le due ruote all'interno delle corti dovrebbe già essere un diritto. Che spesso, però, si scontra con le resistenze di proprietari e abitanti. A sancirlo, quel diritto, è un articolo del Regolamento locale di igiene del Comune (3.5.2), con tanto di sanzione amministrativa da 50 a 150 euro. C'è anche una legge regionale che obbliga i Comuni a prevedere questa possibilità nei loro regolamenti edilizi. Un punto che Milano ha recepito nel 1999. E che, con il nuovo regolamento edilizio che sarà approvato definitivamente in autunno, rafforzerà.
Nel vecchio testo si prevedeva che in ogni cortile dovesse essere garantito "il deposito". Nel nuovo si fa un passo in più. Adesso è il vero e proprio "parcheggio" a essere consentito e, per le nuove costruzioni, si fissano anche standard di stalli precisi. È la vicesindaco con delega all'Urbanistica Ada Lucia De Cesaris a spiegare: "Adesso diventa prescrittivo. I nuovi condomini o uffici devono nascere tutti con le rastrelliere e i vecchi palazzi devono mettersi nelle condizioni di acconsentire il parcheggio. Per dire di no ci deve essere un ostacolo oggettivo insormontabile, come la sicurezza o la mancanza reale di spazio". Le resistenze, continua De Cesaris, "ci sono ancora, anche se c'è una giurisprudenza diffusa nel ritenere che i due regolamenti impongano all'amministratore di creare le condizioni per le due ruote".
I GIOCHI DEI BAMBINI IN CORTILE: ALTRA QUESTIONE APERTA
L'articolo del documento edilizio è il 112, quello che apre le porte dei cortili anche al gioco dei bambini. E l'idea è proprio quella: "Fare in modo che, nel rispetto delle regole, questi spazi siano vivi. Anche in questo Milano si avvicina sempre di più all'Europa". Eppure, nella realtà, ci sono ancora storie di battaglie. Stefano Zoja, per esempio, ha 35 anni e da quattro abita in un appartamento al settimo piano di via Bruzzesi, in zona Giambellino. La bici la usa ogni mattina per andare al lavoro, "ma riuscire a portarla in cortile è stato impossibile. La scusa è sempre la stessa: posto per le rastrelliere non ce n'è, dicono". Per tre anni si è ostinato a legarla a un lampione fuori dal portone. "Al terzo furto ho rinunciato: ne ho comprata una pieghevole e ogni sera me la porto dentro casa".
La fidanzata di Stefano si chiama Marta Bruno e nel 2006 ha comprato un bilocale in una casa di ringhiera in zona Solari. Una corte interna con tutto lo spazio per le bici. "Ma è in vigore un regolamento vecchissimo, che vieta ancora ai bambini di giocare". Il primo anno ci ha provato a oltrepassare il portone con la sua bicicletta verde. "La mattina dopo l'ho ritrovata senza cestino - racconta - me l'ha sequestrato un vicino: mi ha detto che lì non ci poteva stare, me l'ha restituito solo quando l'ho spostata". Di vandalismi per ripicca a chi trasgredisce ce ne sono tanti, fra sellini tagliati o portati via e gomme bucate. Inutile protestare: "L'amministrazione nicchia - prosegue Marta - fa finta di nulla".
Isabella Testa abita invece in via San Faustino, zona Est. Anche qui la bici è un tabù: nessuno vuole spostare le piante nel piazzale, nessuno vuole "disordine". In assemblea ci è andata più volte, con una pila di documenti e i regolamenti. La sua richiesta è stata messa al voto: niente da fare. "La maggioranza ha votato contro, l'amministratore dà ragione a loro". Le proposte alternative fatte da condomini e amministratori si ripetono: "Scusi ma perché non usa il Bike sharing?". Oppure: "In cortile non c'è posto, ma abbiamo individuato un altro spazio". Peccato che il più delle volte sia in cantina, con due rampe di scale da fare con la bici in spalla. Se per i proprietari spuntarla è un'impresa, per chi è in affitto è praticamente impossibile: Fabrice Mnmo, originario del Camerun, abita in viale Gran Sasso: "C'è uno spazio dedicato alle bici. Ma è chiuso a chiave e a uso esclusivo dei proprietari".