Trento: inceneritore e polemiche
Bioessiccazione o incenerimento? Questo il dubbio che ha attanagliato per mesi l'amministrazione trentina.
01 August, 2003
Bioessiccazione o incenerimento? Questo il dubbio che ha attanagliato per mesi l'amministrazione trentina. Un dubbio che si è presto trasformato in polemica, in un confronto-scontro fra due "filosofie" dello smaltimento rifiuti. Uno scontro ideologico che ha per mesi bloccato ogni tipo di decisione. Per uscire dall'empasse, è stato chiamato un gruppo di lavoro altamente qualificato e all'interno del quale fossero rappresentate tutte le parti in causa, con il compito di proporre un progetto ottimale, studiando il rapporto fra bioessiccazione e incenerimento. IL risultato di tale studio è stata la prescrizione di un impianto più piccolo rispetto a quello già studiato, con alcuni flussi di rifiuti destinati ad altra fine. È l'esempio delle cosiddette "ecoballe", che finiranno smaltite in altri impianti italiani oppure direttamente in discarica. C'è da ricordare, infatti che le ecoballe altro non sono che il rifiuto tal quale sminuzzato e pressato. Un'ulteriore riduzione della capacità di incenerimento dell'impianto trentino è dovuta anche al processo di bioessiccazione che verrà applicato ai rifiuti prima del loro incenerimento. Tutto ciò che sarà incenerito, quindi, subirà un processo di pretrattamento biologico. "La somma dei provvedimenti che il nostro gruppo di lavoro ha proposto - ci dice Duccio Bianchi, di Ambiente Italia - dovrebbe portare ad un ridimensionamento dell'impianto di circa il 50%, ottimizzandone le risorse". Il progetto proposto dal gruppo di lavoro è stato approvato in consiglio comunale, proprio nel giorno in cui si chiede alla Provincia un "cambiamento del progetto depositato alla Via". Ma, come spesso accade, la localizzazione del sito dove costruire il nuovo impianto crea ulteriori tensioni. E così, la scelta di Ischia Podetti come luogo eletto per la costruzione del nuovo impianto di termovalorizzazione, ha dato vita a un movimento contrario alla localizzazione. Per lottare contro l'inceneritore, si è parlato anche di referendum, con tanto di raccolta firme popolare. Una raccolta firme "gestita" e voluta da associazioni ambientalistiche, opposizione politica e comitati cittadini che ha accomunato sotto la stessa bandiera del "no all'inceneritore" realtà differentissime fra loro.