ToBike, quando il successo è pieno di lamentele
Il servizio di bike sharing della città di Torino ha raggiunto 23mila utenti. A quattro dalla nascita sono stati raccolti i giudizi degli utenti da La Stampa del 08.09.2014
08 September, 2014
di Cristina Insalaco
To bike, or not to bike? A quattro anni dalla nascita del bike sharing a Torino, il servizio continua ad ingrandirsi a raggiera. Le stazioni attive oggi sono 109, diventeranno 116 ad ottobre, ed entro i primi mesi del 2015 il numero salirà a 130. Gli abbonati, giunti a quota 23 mila, crescono in modo esponenziale, e i prelievi giornalieri sono in media ottomila, con picchi di oltre diecimila quando con lo sciopero dei pullman. Ma se da una parte crescono gli abbonati al Tobike, dall’altra crescono le lamentele di chi lo utilizza.
Le critiche
«Il punto è questo: il servizio non è affidabile – dice Flavio Sindel Cumali -. Se devi spostarti per piacere, il Tobike va benissimo. Ma se devi utilizzare le bici per lavoro, per un impegno inderogabile o per un esame all’università, allora nascono i problemi. Mi è capitato più volte di arrivare in ritardo al lavoro per colpa del Tobike, e di dovermi scusare, e giustificare, col mio capo».
Marco Borri quest’anno non ha più rinnovato l’abbonamento. «Perché lo stato delle bici è disastroso – sbotta -. Mi ero stufato di trovare ripetutamente biciclette con pedali e catene rotte, ruote sgonfie, fanali spaccati e freni che non frenano. La causa di tutto questo è l’incuria degli utenti, il vandalismo e la scarsa manutenzione di chi gestisce il Tobike». Secondo lui dovremmo prendere esempio da Milano: «Le bici del BikeMi sono molto più efficienti e robuste».
Problemi «tecnici»
Roberto Marrone, dopo più di due anni di abbonamento, ha notato un peggioramento generale del servizio, «senza contare i problemi alle torrette, che spesso non ti lasciano prendere le bici funzionanti». In che senso? «Dal centralino spiegano che è stato il precedente utilizzatore ad averla riposta male, ma va da sé che se riporre la bici dev’essere una prova di precisione millimetrica, l’errore è all’ordine del giorno. Capita anche che l’utilizzatore, reo di non essere preciso al millimetro nel riposizionamento della bici, rischi di vedersi prosciugato il credito sulla tessera, e di non poter usufruire del servizio fino a quando non riuscirà a mettersi in contatto con il call center. Per lo sblocco e la ricarica».
Alla stazione Bernini, Antonella Pangallo, innamorata del servizio Tobike, lamenta però una scarsa distribuzione delle bici, «In piazza Bernini se la mattina arrivo dopo le 9 non trovo neanche una bicicletta. Al contrario, dopo le 20 non c’è posto per riporre la mia Tobike». Altre lamentele più lievi sono legate alla sporcizia delle biciclette, all’impugnatura del manubrio deteriorata e appiccicosa, al call center che dalle 21 non è più attivo. C’è la questione che ci sono troppe stazioni concentrate nel centro, mentre in periferia esistono zone completamente scoperte, e una coppia di turisti il 24 agosto, quando l’ufficio di via Santa Chiara era chiuso, ha dovuto rinunciare all’abbonamento di 8 ore all’ufficio Turismo Torino di via Garibaldi perché sprovvisti di carta di credito.
Fidarsi poco
Se Patrizio Quarta è pienamente soddisfatto del bike sharing, altri utenti raccontano di aver avuto rocambolesche disavventure a bordo del Tobike, come Antonio, che ha scritto una lettera a Specchio dei Tempi pubblicata il 23 giugno, o Francesco Lucia, che una sera ha camminato a piedi da Porta Nuova fino a corso Regio Parco, «perché non c’era nessuna bici funzionante in nessuna stazione». Il consiglio della sorridente Elena Palumbo è quello di «Prendere il Tobike in maniera molto easy, senza fidarsi troppo».