La sfida di Torino "Bici contromano? Nessun rischio, pronti a dimostrarlo"
- da La Repubblica (Torino) del 06.09.2014
10 September, 2014
di Diego Longhin
"Il ministro Lupi non sa di cosa stiamo parlando, siamo pronti ad organizzare un test, una prova per lui, così toccherà con mano cosa vuol dire andare in bici in contromano ". L'assessore ai Trasporti del Comune di Torino, Claudio Lubatti, sfida il ministro del governo Renzi sul tema due ruote dopo che Lupi ha cassato la possibilità di prevedere nel nuovo codice della strada le bici in contromano. Al fianco di Lubatti i colleghi di Milano, Pierfrancesco Maran, e di Bologna, Andrea Colombo.
Lubatti, il ministro dice che è una questione di sicurezza per gli stessi ciclisti. Cosa ribatte?
"Che mai mi sognerei di mandare le bici in contromano su corso Giulio Cesare. E credo che a Milano non le vedremo sfrecciare in senso opposto su viale Certosa. Per questo dico che Lupi forse non ha ben presente l'argomento. Si può adottare il contromano solo in zone 30, dove è vietato il transito di mezzi pesanti e sempre prevedendo corsie protette".
Allora perché queste resistenze?
"Perché il titolo "biciclette in contromano" a caldo lascia interdetti. Abbiamo già scritto una lettera al ministro per invitarlo a confrontarsi con noi sulla questione. E ora gli scriveremo di nuovo per invitarlo ad un test. C'è anche la data: il 17 settembre, la giornata della mobilità sostenibile".
Lupi è contrario anche alle due ruote nelle corsie riservate ai mezzi pubblici. Pure su questo sbaglia?
"È un argomento più delicato, fra i ciclisti ci sono diverse scuole di pensiero. Se ne può discutere".
Sul richiamo a fare più piste ciclabili cosa risponde?
"Torino ha il maggior numero di chilometri di piste in rapporto all'estensione della città. Non servono nuovi chilometri, ma mettere in sicurezza quelli che già ci sono. Se da Lupi arrivasse un euro per fare nuove ciclabili, io userei il 60 per cento per coprire le buche, ridurre gli avvallamenti e migliorare i tracciati. L'Italia è indietro rispetto a molti Paesi dell'Europa sulla progettazione delle ciclabili. Il ministro dovrebbe favorire corsi di formazione per i tecnici che hanno una mentalità vecchia sul come si realizza una pista moderna e sicura ".