Trasporto locale, nuovi tagli in vista
La Regione fatica a trovare nel bilancio i fondi per ripianare le risorse eliminate dalla giunta Cota. Battaglia sui numeri: per i sindaci del Torinese mancano 12 milioni, per piazza Castello circa la metà da La Stampa del 12.09.2014
12 September, 2014
Sergio Chiamparino, che prima di salire al piano nobile di piazza Castello aveva promesso mai più tagli al trasporto pubblico, sta trovando più spigoloso del previsto tener fede ai suoi buoni auspici. La coperta del bilancio regionale è così corta che alla fine si dovrà scontentare qualcuno. E gli scontenti, per ora, sono i sindaci del Torinese, il capoluogo più gli altri 31 comuni racchiusi nel cilindro dell’Agenzia per la mobilità metropolitana. Incontrando l’assessore ai Trasporti della Regione, Francesco Balocco, ne sono usciti convinti che difficilmente quest’anno porteranno a casa le risorse sperate, quelle che avrebbero permesso di evitare nuovi tagli rispetto al bagno di sangue del 2013. Ballano 9 milioni, secondo i sindaci e l’Agenzia guidata dall’assessore ai Trasporti di Torino Claudio Lubatti; non più di 3 o 4 secondo la Regione. In ogni caso siamo lontani dalla meta.
Conti in bilico
Servirebbero dosi industriali di ricostituenti per rimettere in sesto il corpaccione rachitico del trasporto piemontese, annichilito dai tagli della giunta Cota: in quattro bilanci, dal 2010 al 2013, il finanziamento della Regione è passato da 194 a 150 milioni. Un taglio non secco ma spalmato: meno 3, meno 9 e meno 15 per cento. Poi si è arrivati al 2014 e a un’altra mannaia: meno 23 per cento, operazione azzoppata dal Tar dopo il ricorso di tutte le province piemontesi. Per uscirne - e garantire quindi i 154 milioni del 2013, senza quindi dover provvedere a ulteriori tagli - servirebbe un bel po’ di denaro: secondo i sindaci sono necessari 12 milioni, compresi quelli richiesti per la metropolitana di Torino (che viene finanziata ancora oggi come se arrivasse a Porta Nuova anziché a Lingotto) e per la ferrovia metropolitana; secondo la Regione ne bastano circa la metà. In ogni caso Balocco ha spiegato a sindaci e consiglieri regionali presenti all’incontro che al massimo ne potrà portare in dote 3 per Torino e altrettanti per il resto del Piemonte. Promettendo però di non replicare le decisioni del passato: «Non taglieremo nessuna linea, piuttosto lavoreremo per integrare il trasporto urbano con quello provinciale e per eliminare le sovrapposizioni tra ferro e gomma».
Pd e Sel in pressing
In ogni caso, sia secondo i calcoli dei sindaci sia secondo la Regione, serviranno nuovi tagli a bus e tram torinesi: del 6 per cento rispetto all’anno scorso, nella prospettiva più fosca; del 3% rispetto alla più ottimistica e, probabilmente, più realistica. Eppure, alle prese con l’emergenza sanità, le borse di studio e tutte le altre emergenze che affliggono piazza Castello, sarà dura farli saltare fuori.
Logico che il centrosinistra, che per anni ha dato battaglia all’ex governatore Cota contestando la raffica di tagli, fatichi a mandare giù il boccone. Pd e alleati sono subito partiti alla carica. «In questi anni ci siamo opposti ai tagli della giunta Cota e ci siamo impegnati in campagna elettorale a trovare le risorse per evitare un ulteriore taglio che porterebbe sulla provincia di Torino il 22% delle risorse in meno rispetto al 2010», spiega il capogruppo di Sel Marco Grimaldi. «Chiederemo un ulteriore sforzo per non disattendere l’impegno». «La Regione – dice la presidente di commissione Nadia Conticelli del Pd – deve compiere il massimo sforzo per impedire nuovi tagli». Il capogruppo del Pd, Davide Gariglio, prova a tracciare una strada: «Nel sistema c’è spazio per ridurre i costi senza tagliare i servizi, ma bisogna individuare costi standard e promuovere l’efficienza nelle società e nelle amministrazioni locali. Il trasporto pubblico, dopo la sanità, è il secondo settore su cui la Regione deve dimostrare una radicale inversione di tendenza rispetto al passato».
(foto da La Stampa.it)