Fiera del levante. Rifiuti (pugliesi) e servizio pubblico alla luce del programma Cottarelli
Federambiente, Amiu Puglia (Bari e Foggia) e Amiu Taranto hanno discusso in tema di servizi pubblici locali alla luce del programma Cottarelli, le cui disposizioni dovrebbero far parte della nuova legge di stabilità del Governo Renzi. Novità in casa Amiu Puglia e Amiu Taranto. Gli interventi dei presidenti Cencia, Grandaliano, e Cangialosi
20 September, 2014
Presso il nuovo Padiglione della Fiera del Levante ( Modulo 1) venerdì si è tenuto il Focus tematico sui Servizi Pubblici Locali e i modelli gestionali pubblico-privati e le prospettive di evoluzione del settore. Al convegno, moderato da Giovanni Campobasso, dirigente della regione Puglia settore Rifiuti e Bonifiche, sono intervenuti l’assessore all’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro, il direttore di Federambiente Gianluca Cencia; il vicepresidente Coop Estense, Mirco Dondi; il presidente Commissione Ambiente Confindustria Puglia, Lorenzo Ferrara; il presidente AMIU PUGLIA Gianfranco Grandaliano; il presidente AMIU TARANTO, Federico Cangialosi.
Al centro del dibattito le proposte di intervento che il Commissario straordinario per la revisione della spesa, Carlo Cottarelli, nell’ambito dell’indagine conoscitiva avviata dal Governo per conoscere lo stato di salute delle imprese pubbliche italiane.
«Il percorso che la Regione Puglia ha intrapreso con la legge regionale n 24 del 2012 - ha spiegato il direttore di Federambiente Gianluca Cencia - è condivisibile per gli obiettivi, anche se adesso bisogna lavorare per l’attuazione di quella norma. Alla luce di quello che è il dibattito post relazione Cottarelli, o quotazione delle imprese, prima contenuta e poi rimandata, prima nello sblocca Italia e poi nella legge stabilità, questo percorso che il Governo sta portando avanti di razionalizzazione delle imprese pubbliche, credo che sia utile. In questo momento tra l’altro, è importante confrontarsi non solo a livello nazionale, ma anche sulla base di quelle che sono le esperienze regionali». Gianluca Cencia, direttore di Federambiente, ente che racchiude sotto il suo ombrello la federazione delle imprese del settore di igiene urbana in Italia, di tipo sia pubblico, misto che privato, rappresentando 6 miliardi di euro di fatturato a fronte dei 9,5 mld dei complessivi del settore dei rifiuti in Italia, ha detto che ha fornito al commissario Cottarelli i dati del Green Book Itali del 2014, il rapporto che riassume ogni anno i dati e le analisi economiche e finanziarie del settore dei rifiuti.
«Il settore dei rifiuti - ha detto Cencia - non va proprio male. Di un miliardo e duecento di perdite individuate nel settore complessivo (pubblico-privato), soltanto 70 milioni (meno del 5%), sono ascrivibili al settore del ciclo dei rifiuti si tratta comunque di casi ben individuati. Il grande problema viene dal settore del trasporto pubblico che da solo fattura oltre 300 milioni di euro, e penso che a livello strutturale necessita un di un ripensamento. La relazione raccoglie una nostra osservazione sulla necessità, anche ne settore dei rifiuti, di un'autorità autonoma di regolazione analoga a quella che noi abbiamo nei settori regolati acqua, energia elettrica e gas, trasporti. Non condividiamo tutto: abbiamo trovato una norma che sarà contenuta nella legge di stabilità che Federambiente non condivide ed è una richiesta che Cottarelli fa, ossia di superare il modello di affidamento pubblico definito "In House"».
Gianfranco Grandaliano, presidente Amiu Puglia, ha ricostruito i dieci anni vissuti della vecchia società Amiu Bari: «Nel 2004, Amiu Bari si era ritrovata un passivo di oltre 8 milioni di euro e in 10 anni Amiu Bari ha chiuso definitivamente tutte le perdite, con un utile di circa 4 milioni di euro, risanando integralmente tutta la mala gestione che si era accumulata fino a quel momento».
«Grazie all’aiuto di tutte le istituzioni, Amiu Bari dunque è uscita da una situazione emergenziale. Abbiamo creato una struttura nuova e innovativa che forse ha quasi anticipato la relazione Cottarelli, perché siamo riusciti a rendere positiva la situazione e a dare una risposta concreta, non solo alle istituzioni del territorio come ad esempio penso al comune di Foggia, ma anche a tutti i cittadini foggiani.
Proprio per avviare questo processo aggregativo, auspicato tra l’altro da Cottarelli, abbiamo iniziato una serie di rapporti, collaborazioni o valutazioni, tra cui anche con la società di Barletta (che non è più una società mista ma è diventata una società totalmente a partecipazione pubblica). Riteniamo inoltre che l’affidamento in house non sia una forma di serie B, ma equivale a quella dell’affidamento attraverso gara».
«Amiu Puglia, poiché Bari diventerà dal gennaio 2015 una città metropolitana, ha chiesto alla Regione Puglia di riperimetrare al più presto gli Ambiti di raccolta ottimale al fine di far coincidere i due perimetri al fine di ottimizzare la gestione della raccolta dei rifiuti. Questi i quesiti che dobbiamo sciogliere? Come facciamo a conciliare la struttura dell’area metropolitana con gli ambiti territoriali? Ci sarà un gestore unico? Come facciamo a conciliare il processo aggregativo di più aziende partecipate nell’ambito dei diversi Oga o Aro?».
«Altra sfida, come ho detto prima, è quella del piano industriale. Nel breve e medio periodo realizzeremo due impianti: un impianto di digestione anaerobica con riduzione di energia e compost di qualità, e un impianto di recupero di materia. Il primo finanziato tutto da Amiu Puglia, il secondo credo che sia nel piano regionale dei rifiuti col contributo regionale. In ultimo luogo cercheremo con i rapporti di collaborazione del consorzio ASI, di avviare l’impianto di piattaforma di trattamento dei rifiuti della raccolta differenziata situato nella zona industriale».
Federico Cangialosi, presidente Amiu Taranto ha spiegato la sfida che lo attende nei prossimi mesi. «Taranto e l’azienda di Taranto non ha i 10 anni di tempo che ha avuto Bari. Per poter raggiungere l’obiettivo di risanamento abbiamo la necessità (ma anche la forza) di dover rimettere tutto un sistema, una gestione, e un ciclo integrato dei rifiuti rispetto a determinati obiettivi comunali, regionali e nazionali. In tempi molto più rapidi, dobbiamo fare sforzi, anche stressando la parte comunale nell’assumere decisioni e nel prendere impegni responsabili in molto meno tempo. Perché? Perché il processo di aggregazione o comunque le prospettive che vedono le società pubbliche in una prospettiva di miglioramento dei conti e delle prestazioni è comunque già legge a partire dalla ultima legge di stabilità. I commi mi pare dal 529 in poi della legge di stabilità, ci spiegano che i comuni dal 2015 devono essere obbligati a dover mettere nel proprio bilancio delle somme accantonate per garantire delle perdite. Le società pubbliche devono prevedere nei bilanci un margine operativo lordo. Quindi capite bene che questa necessità che è intervenuta con la legge di stabilità 2013, che pone i propri obiettivi ai successivi tre anni, impone necessariamente a chi governa le aziende a tutti i vari livelli di dover porre un attenzione enorme sul contenimento e la razionalizzazione dei costi».
«D’altra parte però noi società pubbliche viviamo probabilmente molto più dei gestori privati un rapporto di amore e non dico odio, ma continuo scambio con l’azionista di riferimento, che nel caso delle società pubbliche ha un doppio ruolo: quello di committente de servizio, da una parte, e quello di proprietario dell’azienda, dall’altra e molto spesso questi due ruoli sono in conflitto tra di loro, perché pongono diversi obiettivi. Da una parte come committente del servizio il comune richiede sempre più servizi, magari anche giusti, chiede più turni di passaggio, di spazzamento, di deblattizzazione, tutte quelle che sono le esigenze necessarie dei cittadini e dall’altra parte come proprietario alla fine giustamente ha la necessità di guardare quelli che sono i costi, che magari guarda trimestralmente nelle relazioni del collegio dei revisori».