La città delle bici “Vogliamo diritti e nuovi spazi”
La Torino che pedala oggi 21 settembre scende in strada per conquistare la città e chi ancora non crede nelle due ruote. Appuntamento alle 15, al parco del Valentino, per la quinta edizione del Bike Pride, preannunciata dal convegno sulla Bikenomics di ieri 20 settembre alla Casa nel Parco di Mirafiori da La Stampa del 21.09.2014
21 September, 2014
di Letizia Tortello
Bici mon amour. La Torino che pedala oggi scende in strada per conquistare la città e chi ancora non crede nelle due ruote. Appuntamento alle 15, al parco del Valentino, per la quinta edizione del Bike Pride, la più grande fiumana di biciclette urbane d’Italia, che percorrerà scampanellando quasi 10 chilometri nei grandi viali del centro, per un giorno liberi dal traffico. Dal Po a corso Vittorio Emanuele II, alla volta di corso Rosselli, corso Duca degli Abruzzi, corso Stati Uniti, Galileo Ferraris, per ritornare al punto di partenza, in un gigantesco serpentone festante, che raduna pedalatori di tutte le età.
Ancora poco usata
Perché, se è vero che i torinesi credono sempre di più nella bicicletta, e lo dimostrano facendo crescere di anno in anno i numeri delle vendite, è pur vero che l’uso quotidiano delle due ruote è ancora a livelli infiori rispetto alla media italiana. Solo il 3% della popolazione considera la bici come un mezzo abituale di trasporto, a fronte di un 7% nel resto della nazione (Bolzano stravince con il 13%), dato che scende al 4% se si considerano gli occupati e dunque si escludono gli studenti italiani, categoria di pedalatori. Non siamo sul podio, anzi. Ma il Piemonte è comunque la sesta regione per numero di ciclisti urbani che si spostano su due ruote per andare al lavoro: prima l’Emilia con il 9,3%, seguono il Trentino, la Lombardia, il Veneto e il Friuli. L’obiettivo dell’amministrazione cittadina è di portare, entro il 2020, il 15% dei torinesi a pedalare.
Diritti per le due ruote
Saltare in sella per credere. Oggi la massa critica che rivendica i diritti delle biciclette conterà migliaia di persone. Ieri, al parco Colonnetti, durante un convegno sugli effetti benefici della bicicletta la Camera di Commercio ha presentato un’indagine inedita sulla situazione cittadina. «Tra Torino e provincia, ci sono sempre più persone che possiedono una bici», spiega Barbara Barazza, responsabile del settore Studi e statistica. E, in particolare, dal 2012 al 2013 c’è stato un 7% di acquisti di biciclette in più: «Se prima possedeva una due ruote il 54% dei torinesi, oggi siamo al 61, anche se solo 4 famiglie su 10 la utilizzano veramente».
«Come Amsterdam!». Potrebbe essere questo lo slogan per fare un balzo in avanti, suggerito ieri dall’ambasciatore olandese della bicicletta, Mark van Voudenberg. Nel suo paese le macchine convivono felici con le bici. «Le città sono ancora progettate per favorire l’uso dell’auto, occorre un ripensamento complessivo - dice -. Ogni scelta del trasporto pubblico deve connettere bici, bus, auto, in modo che possa essere altrettanto conveniente pedalare, piuttosto che entrare in una macchina».
Salute e business
In collegamento da Copenaghen, altra città «bike friendly», Francesca Racioppi dell’Organizzazione mondiale della Sanità, ha illustrato le connessioni strettissime tra l’uso della bici e la prevenzione delle malattie, con notevoli risparmi sulla sanità nazionale. Basti un dato: chi pedala almeno 100 minuti a settimana, riduce del 16% il rischio di mortalità e patologie gravi. L’esercizio fisico ha un effetto benefico, che vince quello maligno provocato dal respirare smog.
Al parco Colonnetti, ieri, c’era anche Pedro Kanof, ingegnere e inventore del Bike Sharing, che ha spiegato come l’utilizzo diffuso della bici diventi un business. Anche in questo senso, Torino può dirsi in linea con i trend positivi mondiali. Se in Italia, nel 2013, l’economia legata alla bicicletta è cresciuta del 22% e l’export del 33, la nostra città non è da meno: ci sono 100 esercizi commerciali che vendono bici e 50 che le riparano, e in particolare almeno 20 negozi e ciclofficine sono spuntate come funghi nell’ultimo anno. Un buon segnale, anche nell’ottica del riciclo, che incoraggia molti giovani e giovanissimi imprenditori ad aprire start up e aziende d’innovazione legate all’universo delle due ruote, per una città più sostenibile. Il faro illuminante è ancora e sempre Amsterdam, che entro il 2020 pensa di dedicare tutto il centro città alle sole biciclette e alla mobilità leggera, liberandolo dal traffico.