Nasce il metro-treno per tagliare i costi della linea 2
Il progetto dell'assessore all'Urbanistica Lo Russo per sfruttare la stazione Vanchiglia e creare un anello con Porta Susa e Porta Nuova da La Repubblica del 29.09.2014
29 September, 2014
di Diego Longhin
Per la linea due si affaccia l’ipotesi “metrotreno”. Un progetto di metropolitana low cost, realizzato a tratti e sfruttando il passante ferroviario, per mettere in movimento i res¬denti di Barriera di Milano e, in seconda battuta, di Mirafiori, verso il centro. L’idea non è abbandonare il vecchio percorso, ma adattarlo alle esigenze di oggi e soprattutto alle risorse a disposizione. Così si accorcerebbero i tempi di messa in funzione dei diversi pezzi di linea, dando ai torinesi un sistema efficiente per raggiungere le aree nord e sud. Una suggestione che l’assessore all’Urbanistica, Stefano Lo Russo, ha lanciato durante il dibattito “Trasporti e urbanistica: le sfide della città metropolitana”.
Sul palco della «Festa Willy Brandt» organizzata dalla Fondazione Amendola c’era anche il vicepresidente della commissione Trasporti, il senatore pd Stefano Esposito, che sta lavorando sull’incrocio tra i tempi del prolungamento della linea 1 fino a Cascine Vica e le disponibilità di finanziamenti, e i sindaci di Collegno, Francesco Casciano, e di Rivoli, Franco Dessì. La linea 2 è fondamentale per dare corpo al progetto “Variante 200”: "Non esiste la variante 200 se non c’è la metro 2 e viceversa" sottolinea Lo Russo. E aggiunge: "Immaginare di realizzare tutto con risorse esclusivamente private è velleitario. Serve una linea di finanziamento dello Stato intorno a cui far girare gli investimenti privati». La priorità è collegare meglio l’area nord con il resto della città, costruendo la linea 2, di cui esiste il tracciato su carta. Spina su cui innestare i capitali privati.
Il costo del tracciato pensato nel 2006 oscilla da 1,4 a 1,6 miliardi. Percorso che si realizzerebbe in due lotti: da stazione Rebaudengo fino a Porta Nuova, con passaggio sotto il fiume Dora, e da Porta Nuova fino a Mirafiori. "Una direttrice giusta, ma dobbiamo immaginare un nuovo scenario di realizzazione" dice Lo Russo.
L’assessore all’Urbanistica pensa ad un collegamento tra lo scalo Vanchiglia e la stazione ferroviaria Rebaudengo, sfruttando il trincerone tra via Sempione e via Gottardo con mezzi sul genere del tramtreno tedesco che possano poi correre sui binari ferroviari. "Così da Barriera di Milano in pochi minuti si raggiungerebbero Porta Susa e Porta Nuova, oltre a Dora e Zappata quando saranno allestite — spiega — un primo tassello fondamentale per congiungere l’area nord al centro». Questo sarebbe il lotto uno. Il secondo tratto, invece, partirebbe da Mirafiori arrivando fino a Porta Nuova, "così da collegare la zona sud con l’interscambio Zappata, per arrivare da sud a nord attraverso il passante ferroviario e il centro". Lotto che si potrebbe dividere in due parti: MirafioriZappata e ZappataPorta Nuova. Ultimo pezzo, anche in ordine di tempo, il tratto centrale, da Porta Nuova fino allo scalo Vanchiglia, con fermata in piazza Castello. "È quello più complicato per il dislivello tra il centro e i Giardini Reali, e costoso per il passaggio sotto la Dora, ma va fatto per chiudere l’anello».
L’interramento del passante sotto il fiume era costato 300 milioni di euro. Lo Russo è convinto che «si abbatterebbero i costi e i tempi iniziali di avvio, dando alla città di un sistema di trasporto flessibile". Costi? Il senatore Esposito ipotizza dai 600 ai 700 milioni, ma si tratta di «un calcolo spannometrico»; condivide l’impostazione di Lo Russo e rilancia: «Bisogna capire che le risorse pubbliche sono limitate, non ci sono più i soldi per fare progetti come il tunnel di corso Marche oppure la tangenziale est. Bisogna adattare i progetti alla realtà e inventarsi anche nuovi sistemi di finanziamento». Esposito butta sul tavolo del sindaco Fassino l’idea di un “Metrobond”: «Perché non emettere titoli garantiti dal Comune per raccogliere risorse finalizzate alle opere con un tasso di interesse dell’1,5 2 per cento? Sarebbe un modo per sbloccare una quota di soldi immobilizzata nei risparmi. Si studi il meccanismo con le banche».
E i torinesi, l’88 per cento dei quali considera la linea 2 una priorità secondo il sondaggio di Ipr MarketingRepubblica di dicembre, forse sarebbero pronti a scommetterci