Magnolie e ciclabili, la lettera di Ciclobby al Corriere
Sul caso della grande magnolia di largo Cairoli, che si è detto "dover tagliare" per il passaggio della nuova ciclabile (o marciapiedi?), pubblichiamo la lettera del Presidente di Ciclobby al Corriere. " ... Meno che mai possiamo accettare che la ciclabilità sia chiamata a fare da scudo per interventi che di sostenibile hanno ben poco"
01 October, 2014
Eugenio Galli, presidente di FIAB Milano Ciclobby scrive ad Isabella Bossi Fedrigotti sulla questione delle magnolie da abbattere in largo Cairoli per far spazio ad una pista ciclabile.
"A volte lo sconcerto è enorme. Non si sa se sia meglio tacere o parlare. Sorge il dubbio di avere perso qualche pezzo strada facendo, di ignorare dei passaggi, di non avere tutti gli elementi necessari a comprendere. Altrimenti, non si capisce perché certe cose irragionevoli vengono fatte e altre, utili e necessarie, vengono magari accantonate.
Ho letto in questi giorni l'incredibile vicenda della magnolia che si voleva abbattere per far posto a una pista ciclabile. Ringrazio il sindaco e i consiglieri che si sono attivati per fermare un simile inutile scempio.
Sulla utilità di quella pista, e sui suoi costi, torneremo in altra sede.
Ma poi mi chiedo: questo progetto risale al 2007. Siamo nel 2014. Sono passati sette anni sette. Se già non mi capacito che qualcuno abbia progettato secondo certi criteri e senza tenere conto delle preesistenze e del contesto, e questo è un primo motivo di riflessione che dovrebbe spingere anche a valutare delle responsabilità sulle scelte progettuali, resto a dir poco senza parole nel vedere che siamo arrivati a un passo dal punto di non ritorno. E tutti i controlli intermedi? E i pareri di fattibilità? E le autorizzazioni? E la Soprintendenza? E se nessuno avesse protestato?
Come non capire che il verificarsi di situazioni di questo tipo (un altro esempio è sulla proposta relativa all'abbattimento dei platani di viale Zara) non favorisce la partecipazione dei cittadini ma aumenta essenzialmente la loro diffidenza verso i cambiamenti, compromettendone la fiducia?
Noi non vogliamo contemplare Milano attraverso le cartoline.
E meno che mai possiamo accettare che la ciclabilità sia chiamata a fare da scudo per interventi che di sostenibile hanno ben poco".
Eugenio Galli