Rifiuti da fuori regione, i sindaci dell'Emilia Romagna scrivono al governo
I sindaci delle città capoluogo dell'Emilia Romagna inviano una lettera aperta al premier Matteo Renzi e al ministro all' Ambiente Luca Galletti contro la norma del decreto Sblocca Italia che incrementa il carico termico degli impianti esistenti e favorisce la circolazione dei rifiuti
07 October, 2014
Tutti i sindaci delle città capoluogo dell'Emilia Romagna insieme ad altre amministrazioni locali hanno scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti e al sottosegretario regionale Alfredo Bertelli per esprimere forte contrarierà all'art. 35 del decreto Sblocca Italia che favorisce la libera circolazione dei rifiuti nazionale e incrementa il carico termico degli impianti esistenti.
"I sindaci - dice il Comune di Parma - non si fermano alla protesta ma propongono anche soluzioni che si basano sull'impegno a raggiungere risultati di raccolta differenziata di eccellenza, pianificazione di impianti di compostaggio e di trattamento a freddo e dismissione degli impianti di incenerimento esistenti". L'assessore all'Ambiente del Comune di Parma Gabriele Folli a riguardo commenta: "Il Comune e i cittadini di Parma stanno dimostrando, che se esiste la volontà politica e l'impegno dei cittadini, certi traguardi che si pensavano possibili solo nei piccoli comuni, sono raggiungibili anche nelle città di medie dimensioni. Pensare di risolvere la questione rifiuti delegandone la soluzione ai territori che ospitano impianti è miope e poco lungimirante ai fini di una soluzione definitiva del problema. Abbiamo calcolato che se tutti i comuni seguissero il percorso di Parma al 2020 in regione resterebbe 1 solo impianto anziché 8. L'articolo 35 va abrogato".
Ecco il testo integrale della lettera aperta al governo:
"L'armonizzazione tra sviluppo economico e politiche ambientali rappresenta oggi la principale opportunità di crescita economica e di occupazione. La gestione, regolazione e programmazione dei rifiuti è un tema centrale, all'interno delle politiche ambientali, perché incide direttamente sulla vita quotidiana di ciascuno di noi. In particolare, il perimetro delle aree di gestione dei rifiuti è oggetto delle discussioni più rilevanti, ma 'invisibilì riguardo al tema.
In Emilia-Romagna è in corso una radicale trasformazione dal modello dell'auto-sufficienza provinciale al modello regionale. Il modello dell'auto-sufficienza provinciale ha creato una ampia dotazione impiantistica per lo smaltimento dei rifiuti, sia attraverso discariche che inceneritori, molti dei quali sono stati realizzati o aggiornati negli ultimi 8 anni, a causa dei vincoli provinciali, che hanno impedito di realizzare economie di scala e razionalizzazione degli impianti. Gli impianti sono stati programmati e realizzati dalle comunità locali, attraverso scelte di forte impatto sociale ed economico, poiché gli investimenti sono stati finanziati attraverso le tariffe e le società dei servizi, che sono in larga parte di proprietà degli enti, o con capitale a maggioranza pubblica.
In questo quadro, la proposta del governo di programmare flussi di rifiuti sovra-regionali appare improponibile, se non è limitata a situazioni di emergenza o a fasi transitorie che precedano la realizzazione di nuovi e innovativi sistemi di recupero e smaltimento.
I flussi sovra-regionali trovano molti ostacoli, non per protezionismo o mancanza di solidarietà nazionale, ma perché romperebbero il delicato equilibrio tra responsabilità e premialità, che sostiene i risultati e i comportamenti dei cittadini.
Inoltre, art. 35 non appare coerente con gli obiettivi del decreto legge "Sblocca Italia": semplificazione burocratica e la ripresa delle attività produttive, poiché promuove l'aumento della capacità degli impianti di incenerimento, un'azione in contrasto con gli obiettivi ambientali, ma soprattutto con quelli economici. Gli impianti di incerimento sono sistemi rigidi che richiedono una portata fissa di rifiuti, caratteristiche in contraddizione con gli adempimenti delle direttive comunitarie e delle norme nazionali in materia.
È necessario, invece, stabilire adeguate modalità di transizione, che garantiscano il ritorno dell'investimento per gli impianti di incenerimento già realizzati. A livello europeo vi è un evidente sovra-dimensionamento degli impianti, fenomeno accentuato dalla riduzione di rifiuti, e dagli effetti del disaccoppiamento tra produzione e uso di risorse naturali. Gli effetti economici sono la riduzione dei costi di smaltimento, e una elevata competizione per "l'approvvigionamento" di rifiuti. Infatti, i rifiuti sono un combustibile indispensabile per gli impianti di incenerimento utilizzati nel Nord Europa per il teleriscaldamento e la produzione di energia.
In questo quadro, chiediamo al Governo e ai Parlamentari di rimuovere art. 35 dal decreto legge "Sblocca Italia" ed elaborare una legge per l'uso razionale delle risorse, che contenga i seguenti punti:
1) Analisi strategica di un sistema integrato di smaltimento rifiuti a scala europea.
2) Pianificazione degli impianti di smaltimento italiani, prevedendo dismissioni e sostituzioni con impianti di recupero, sostenuti da incentivi diretti e indiretti.
3) Incentivi economici e fiscali per i territori con i migliori risultati in termini di riduzione frazione residua, e raccolta differenziata della frazione organica.
4) Riordino del sistema CONAI, ponendo in capo al Governo la definizione dei contributi ambientali CONAI (CAC), il cui valore dovrà essere inversamente proporzionale alla riciclabilità degli imballaggi immessi a consumo, in accordo alle più recenti certificazioni europee in materia.
Chiediamo alla Regione di impugnare il testo approvato dal Governo nelle sedi opportune, sollevando eccezioni di competenza, e di incompatibilità tra i commi 2 e 4 e i vincoli posti dal Piano Aria Integrato della Regione Emilia-Romagna".
I firmatari sono: Comune di Forlì, Comune di Cesena, Comune di Ravenna, Comune di Ferrara, Comune di Reggio Emilia,
Comune di Parma, Comune di Rimini, Comune di Piacenza, Comune di Modena, Comune di Bologna, Comune di Coriano (RN), Comune di Misano Adriatico (RN), Comune di Castelfranco Emilia (MO), Comune di Fidenza (PR), Comune di Sasso Marconi (BO), Comune di Soliera (MO), Provincia di Rimini, Provincia di Ravenna, Provincia di Bologna.
Hanno aderito molti altri Comuni, sono riportati in elenco i Comuni capoluogo, i Comuni sede di impianti di incenerimento, i Comuni i cui amministratori sono rappresentanti di ATERSIR e le Province.