Il Comune e il nodo M4. Trasporti, politica e consensi
Sul futuro della linea metropolitana M4, la Linate-Lorenteggio, un project financing oneroso che Pisapia ha ereditato dalla Moratti, la Giunta di Palazzo Marino è ora divisa. L'editoriale di Rossella Verga sul Corriere della Sera - da CORRIERE.IT del 17.10.2014
17 October, 2014
di Rossella Verga
Se Expo sarà la cartina al tornasole del successo o insuccesso della giunta «arancione» davanti al mondo, la M4 rischia di diventare il banco di prova davanti ai cittadini. L’opera avrebbe dovuto essere terminata per l’apertura dell’Esposizione, invece lo sarà, nella migliore delle ipotesi, nel 2022. Per realizzare 21 stazioni da Linate a San Cristoforo non sono bastati (finora) 15 anni e due passaggi di amministrazioni. Pisapia ha ereditato dalla Moratti un project financing oneroso e ha finora confermato di voler arrivare in fondo, anche se si sta documentando sulla possibilità di frenare. I privati si sono impegnati a trovare 500 milioni e quei soldi ancora non ci sono. Ma, soprattutto, dal 31 luglio 2007, data dell’accordo per la nascita della «blu», molte cose sono cambiate.
Sta decollando la città metropolitana e crescono i dubbi sull’opportunità di costruire una linea tutta interna a Milano. Le difficoltà a chiudere il bilancio rendono impossibile per il Comune immaginare di sostenere, da oggi e per 5 lustri, il costo della nuova M4, un impegno da circa 100 milioni l’anno. D’altro canto per molti (dall’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran in giù nel Pd e nelle file di Sel) l’opera è strategica. Per collegare Linate al centro della città e oltre.
Ma la giunta di Palazzo Marino è spaccata. Ci si chiede se abbia senso ipotecare così il bilancio e la risposta sottintesa che in futuro saranno altri a doversene occupare non convince l’ala «arancione» e fa rabbrividire parecchi consiglieri di maggioranza. È in atto uno scontro politico nel centrosinistra. Ci sono in ballo tanti soldi e forti pressioni dei privati. La città è divisa tra chi reclama la linea per valorizzare il trasporto pubblico e chi protesta per il taglio degli alberi e per i cantieri. Posizioni ugualmente legittime. Il classico esempio di una decisione che spetta alla politica chiamata ad esprimere un’idea di città più che una visione quotidiana o di interesse elettorale (non è certo facile dire che la metropolitana non si fa più).
È in gioco un project financing da 1,7 miliardi affidato a un pool di imprese guidato da Impregilo, ma è in gioco anche la credibilità del sindaco che ha fondato il suo successo sulle parole «condivisione» e «partecipazione». Ma per partecipare i milanesi dovrebbero conoscere vantaggi e svantaggi, dovrebbero sapere su chi ricadranno i costi. Dovrebbero conoscere di quanto aumenterà il biglietto del tram. La bomba M4 sta per esplodere e se non viene disinnescata con l’informazione rischia di fare danni oggi nell’opinione pubblica e domani nei conti del Comune.