Allargare l’AreaC per pagare i debiti M4
"C'è una possibilità concreta e strategica, cioè proiettata nel tempo, di trovare risorse che compensino almeno parzialmente i debiti che il Comune si accolla per la costruzione della linea 4 della metropolitana. Avviare da subito la seconda e più larga AreaC - L'intervento di Paolo Hutter su Repubblica - da REPUBBLICA del 7.12.2014
07 December, 2014
di Paolo Hutter
C'è una possibilità concreta e strategica, cioè proiettata nel tempo, di trovare risorse che compensino almeno parzialmente i debiti che il Comune si accolla per la costruzione della linea 4 della metropolitana. Avviare da subito la seconda e più larga AreaC.
Poniamo che la scelta comunale di sobbarcarsi 400 e passa milioni di quel contorto «project financing» tutto squilibrato a vantaggio dei soci privati sia irreversibile. Poniamo che non venga neanche portata in Consiglio comunale perché già legittimata, se non da una consultazione popolare, almeno da una meditazione collettiva e trasparente della (potenziale) classe dirigente allargata della coalizione arancione che governa Palazzo Marino. Poniamo, ancora, che la discussione sia stata laica, priva di miti (nuove metropolitane sotterranee non sono l’unica innovazione possibile nel trasporto pubblico) e di tabù (gli scavi sotterranei non sono di per sé una infetta Grande Opera).
Poniamo insomma che la Giunta Pisapia sia stata coerente con quello che doveva essere il suo Dna democratico. E se non lo è stata, amen. Da questo punto in poi è comunque nell’interesse comune di tutta la città venirne fuori al meglio. È possibile, anzi è necessario, avere fiducia nella possibilità di coinvolgere la cittadinanza nei ragionamenti sui costi e i benefici della M4, sulle uscite presenti e sulle entrate future. Questo grande sacrificio per una grande linea di trasporto pubblico come pensiamo di sostenerlo? Con una grande dismissione (ma non c’è granché da vendere), con qualche colpo di finanza creativa, come avrebbe fatto la Moratti?
Mah...di sicuro c’è piuttosto sul piatto da mesi, anzi ormai da anni, una soluzione già in gran parte sperimentata a Londra. Far cofinanziare il trasporto pubblico dalla mobilità motorizzata privata, in modo anche da ridurla, e con essa di ridurre traffico e smog. L’appello rilanciato pochi mesi fa dai promotori dei referendum ambientalisti chiede che «si realizzi un piano per l’allargamento dell’area soggetta a tariffa alla Cerchia ferroviaria, (con la creazione di una seconda area esterna all’attuale a tariffa inferiore) si penalizzino i veicoli maggiormente responsabili delle emissioni inquinanti, applicando tariffe più elevate per i veicoli per trasporto merci e sottoponendo a pedaggio i motorini a 2 tempi».
In un’altra città questa potrebbe apparire come una provocazione. Ma vale, attenzione, 150 milioni di introiti all’anno. E Milano non è solo la città con il reddito medio più alto, è anche quella in cui questa proposta è stata approvata tre anni fa da 386mila voti favorevoli e solo 97mila contrari (a Pisapia ne bastarono 365mila per diventare sindaco). Consensi distratti? Può darsi, ma certificati. Ben più di quelli sulla M4.