Roma "verso rifiuti zero", obiettivo differenziata al 65% entro il 2016
Approvata in assemblea capitolina la delibera che traccia un percorso di gestione dei rifiuti urbani e di raccolta differenziata porta a porta che conduca, in tempi stabiliti, al raggiungimento di standard ottimali di differenziata: 65% entro il 2016 e 75% entro il 2020, con almeno il 50% di effettivo riciclo
17 December, 2014
È stata finalmente approvata dall’assemblea capitolina la delibera che traccia il percorso verso “rifiuti zero”, un provvedimento che nasce dalla collaborazione tra l’amministrazione e le associazioni di cittadini. Associazioni che tra marzo e giugno 2012 avevano presentato la proposta per l’avvio di un nuovo corso nella gestione di gestione dei rifiuti urbani e dei servizi di decoro e igiene urbana, tra cui la raccolta differenziata porta a porta spinta.
“Fin dall’inizio ho manifestato condivisione verso molti degli indirizzi programmatici e dei principi alla base della proposta di iniziativa popolare, rilevando però come alcuni punti di tale proposta fossero disallineati rispetto alle scelte strategiche e programmatiche che stava effettuando Roma Capitale, come per esempio la sottoscrizione del ‘Patto per Roma’ e il nuovo piano di estensione della raccolta differenziata”, aveva spiegato mesi fa Estella Marino, assessore all’Ambiente di Roma Capitale. “Per questo da subito è stato istituito un tavolo tecnico costituito dai soggetti proponenti, in particolare quelli direttamente indicati dall’Associazione Zero Waste Lazio e le professionalità tecniche e politiche di Roma Capitale. Abbiamo lavorato insieme al Comitato promotore #Diamocidafare e all’Associazione Zero Waste Lazio che avevano presentato la delibera di iniziativa popolare condividendone lo spirito e aggiornando il testo alla data odierna, alla luce dei cambiamenti normativi e dei risultati già conseguiti”, ha sottolineato Estella Marino. “Con questa delibera si conferma e si dà ancora più slancio al percorso intrapreso, dall’avvio ed estensione del porta a porta, al raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata previste dal Patto per Roma (65% a fine 2016) e dall’Europa (75% nel 2020), fino alla necessità di adeguare l’impiantistica e spingere verso il riciclo e il riuso”.
Soddisfatta anche l'associazione Zero Waste Lazio: “Il testo uscito dal tavolo tecnico ha salvaguardato l’intero percorso e lo spirito della proposta di iniziativa popolare originaria, pur adeguandola nelle prescrizioni normative e certificandone l’ammissibilità e la fattibilità di un programma-quadro che definisce gli obiettivi, le azioni da avviare, le tecnologie ammissibili e le correlate infrastrutture necessarie a raggiungere l’obiettivo finale entro il 2020 per ridare a RomaCapitale il ruolo europeo che le compete”.
Il testo contiene indirizzi per l’avvio del percorso ‘verso rifiuti zero’ attraverso un programma di gestione dei rifiuti urbani e dei servizi di decoro e igiene urbana.
Tra i punti fondamentali del provvedimento:
- continuare con la riorganizzazione della raccolta dei rifiuti estendendo il sistema “porta a porta”;
- distinguere la raccolta e il riciclo dei rifiuti dalle attività di spazzamento stradale e decoro attraverso una contabilità separata;
- ridurre del 10% entro il 2015 e del 20% entro il 2020 i flussi di produzione di rifiuti con la definizione di un piano d’azione comunale per la prevenzione e riduzione dei rifiuti;
- progettare e attuare entro il 2015 un sistema di tariffazione puntuale basato sulla effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti con modalità di rilevazione e sistemi tecnologici avanzati.
Il provvedimento, inoltre, impegna Roma Capitale ad aggiornare e integrare le banche dati utili al recupero dell’evasione tributaria e a effettuare maggiori controlli, aumentando le diffide e le sanzioni nei casi di errato conferimento. “Da qui prendiamo le mosse per continuare il nostro percorso, con una sempre migliore organizzazione della raccolta e la necessità di adeguare l’impiantistica di cui dispone la città”, ha aggiunto Estella Marino. Il testo del provvedimento prevede la realizzazione entro il 2016 di un progetto pilota di Centri di riuso provvisori, dove sia possibile scambiare o donare beni e prodotti intercettandoli, dunque, prima che acquisiscano lo status di rifiuto. “L’impegno per la Capitale - ha spiegato Marino - è perseguire la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani attraverso la massimizzazione dell’autosufficienza impiantistica a livello territoriale in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica attraverso: la realizzazione di un’adeguata rete impiantistica a servizio della raccolta differenziata, provvedendo al trattamento della frazione organica differenziata attraverso impianti di digestione anaerobica e/o di compostaggio aerobico; la riconversione generale degli attuali impianti di TMB (trattamento meccanico-biologico) di Ama a vantaggio di tecnologie che favoriscano il recupero di materia eliminando progressivamente l’attuale produzione di CDR (combustibile derivato da rifiuti) e il ricorso all’incenerimento.
Il provvedimento inoltre intende incidere sulla produzione di rifiuti, favorendone la diminuzione, e spingere sui pedali del riciclo e del riuso dei materiali monitorandone l’attuazione con gli osservatori municipali ‘verso rifiuti zero’ e l’osservatorio comunale ‘verso rifiuti zero’, con il compito di elaborare e sintetizzare i dati municipali e di produrre i documenti utili alla divulgazione e alla pubblicità dei dati stessi.