Delibera Rifiuti Zero di Roma, gli operatori dell'usato chiedono modifiche immediate
Secondo la Rete Nazionale Operatori dell’Usato la Delibera Rifiuti Zero approvata da Roma non funziona: "Gli operatori del riutilizzo restano senza sostegno, la delibera implementa centri di riuso orientati allo scambio non professionale"
18 December, 2014
“La Delibera Rifiuti Zero approvata dall’assemblea capitolina è la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Così Antonio Conti, portavoce romano degli operatori del riutilizzo della Rete ONU (Rete Nazionale Operatori dell’Usato), commentando la delibera “verso rifiuti zero” approvata dall’assemblea capitolina nei giorni scorsi. “Gli operatori del riutilizzo sono esausti - spiega Conti - vittime della completa assenza di politiche di sistema da parte del Comune di Roma. Quest'assenza nei fatti deve essere considerata come un'ostilità: sicuramente questa giunta non è amica degli operatori dell'usato. A Roma un operatore ambulante del riutilizzo per sopravvivere deve riutilizzare almeno 3 tonnellate e mezzo di materiali che altrimenti sarebbero stati smaltiti in discarica, ma non gli vengono offerti spazi per esporre, non gli vengono offerti modi organizzati per approvvigionarsi della merce, non gode di regimi tributari, contributivi e tariffari che possa sostenere. I negozi dell'usato riusano 100 tonnellate l’anno ciascuno, pagano tariffe rifiuti altissime. Le botteghe e i negozi dell’usato, così come gli artigiani di riuso creativo lavorano in mezzo a mille difficoltà senza ricevere alcun sostegno mentre il terzo settore nell'usato non riesce né a fare sistema né a cogliere le enormi potenzialità d'inclusione sociale esistenti, veramente a portata di mano”.
Secondo Rete ONU, “la Delibera Rifiuti Zero stabilisce l’implementazione di Centri di Riuso il cui schema di funzionamento è orientato allo scambio non professionale, ed è stato negoziato con associazioni particolari senza che i rappresentanti del settore fossero consultati. Non sono veri Centri di Riuso, sono luoghi di gioco il cui unico effetto è dare all’amministrazione la possibilità di dichiarare che a Roma il riuso si fa. La normativa comunitaria - continua Conti - ha stabilito che l'interesse pubblico sta nella prevenzione dalla produzione dei rifiuti e dalla valorizzazione dei rifiuti stessi: prevenzione e valorizzazione devono essere fatti attraverso il mercato, applicando una gerarchia precisa e rispondendo ad obiettivi quantitativi. Il riuso occupa le prime due priorità, sia in funzione di prevenzione che di valorizzazione dei rifiuti, attraverso la preparazione al riutilizzo. La Delibera Rifiuti Zero non tiene conto della funzione di pubblico interesse che gli operatori del riutilizzo svolgono, ed è l'ennesimo schiaffo a loro e all’emergenza ambientale che ha bisogno di soluzioni vere e non di iniziative pubblicitarie, per quanto possano essere dichiarate provvisorie o foriere di qualcosa di più serio. La Delibera - conclude Conti - deve essere radicalmente modificata, e i suoi contenuti vanno rivisti con gli operatori del settore”.
“Gli operatori del riuso hanno bisogno di lavorare, i cittadini romani hanno bisogno di merci usate sul mercato, l’ambiente ha bisogno di meno rifiuti in discarica. E c'è un grande bisogno nella città di misure e programmi sul terreno del riuso atte a scongiurare la guerra fra poveri e a disinnescare l'allarme sociale. Questo- conclude Conti - si fa solo creando lavoro, facendo emergere il sommerso, nel rispetto della legge e della dignità delle persone. L'unica strada che ci resta è la mobilitazione".