Lotta allo spreco alimentare, ecco i progetti che hanno vinto il concorso "Think-Eat-Save"
L’UNEP, in collaborazione con la FAO, ha comunicato i vincitori del concorso sulla lotta allo spreco alimentare "Think- Et- Save". Sono stati selezionati, tra i 470 progetti presentati dalle scuole, i migliori progetti pensati sul tema
07 January, 2015
Alla lotta allo spreco alimentare si contribuisce anche attraverso la partecipazione a bandi e concorsi. Lo sanno bene le 470 scuole che hanno risposto al contest dell'Unione Europea all'interno di “Think – Et – Save”, la campagna della Save Food Initiative nata dalla collaborazione tra Unep e Fao, che ha l'obiettivo di incentivare azioni a livello regionale e nazionale per progetti e idee su un problema di importanza globale, viste le sue implicazioni ambientali, umanitarie e finanziarie.
Il concorso ha selezionato i migliori progetti dai giovani sul tema della lotta allo spreco alimentare, appunto, e ha premiato tre gruppi provenienti da Francia, Messico e Gran Bretagna.
Lucita Jasmin, responsabile della campagna, ha mostrato la sua soddisfazione per l'andamento del progetto. “L’affluenza è stata davvero buona e questo dimostra come la questione stia a cuore alla gente di tutto il mondo, a prescindere dal ceto sociale”. Parte dagli studenti, in particolare, un “ricco ventaglio di idee e possibili soluzioni al problema dello spreco alimentare, che ora devono essere promosse e replicate in larga scala in tutte le scuole e organizzazioni”, ha spiegato.
Ecco quali sono i tre gruppi vincitori dei premi in palio dalla cifra di 5000, 3000 e 2000 dollari:
Il primo premio è andato al progetto coordinato da Julia Tesso dal nome “What The food” che ha sviluppato un prototipo di applicazione che collegherà gli studenti con i ristoranti intorno a campus e scuole per permettergli di pianificare i pasti migliori direttamente con i fornitori e ridurre così gli sprechi. Il gruppo ha anche intervistato i ristoratori per comprendere meglio le cause dietro allo spreco alimentare e realizzato attività di sensibilizzazione. A loro ha voluto rivolgere la propria opinione anche Tristam Stuart, autore di “Sprechi. Il cibo che buttiamo, che distruggiamo, che potremmo utilizzare” che ha vissuto mangiando soltanto cibo trovato nei retro dei supermercati.
Il secondo premio, invece, è andato al gruppo messicano “Sullivan Grow and Appreciated” coordinato dall'insegnante Ana Borges che ha misurato la quantità di rifiuti e ha lavorato con gli alunni abituati a lasciare cibo nel piatto per cambiare il loro comportamento e consegnandogli alcuni semi per la coltivazione di ortaggi nel giardino della scuola.Un modo questo per poter comprendere il lavoro e le risorse necessarie per la produzione di cibo.
Il terzo premio, infine, è stato assegnato al gruppo “Eat My Words” coordinato da Cathrine Brogan. Il gruppo ha affidato alle parole e alla musica il mezzo per diffondere in modo più efficace il concetto del non sprecare il cibo. Impiegando alimenti “salvati” dallo spreco, inoltre, hanno creato piccoli buffet aperti al pubblico.