La promotrice della petizione per il trasporto bici risponde a Trenitalia
Sara Poluzzi, la promotrice della petizione su Change.org affinché Trenitalia prenda provvedimenti sulla creazione a livello nazionale di un abbonamento unico per il trasporto delle bici sul treno risponde alla replica di Trenitalia, secondo cui spetta alle regioni, singolarmente, l’introduzione di forme di abbonamento particolari
21 January, 2015
Uno scambio di opinioni e lettere stanno viaggiando tra Trenitalia e Sara Poluzzi, ingegnera di 38 anni che ad inizio mese di gennaio ha lanciato una petizione su change.org per chiedere alla società ferroviaria la possibilità di acquistare abbonamenti mensili e annuali per il trasporto bici.
Come già anticipato in un precedente articolo, la situazione attuale in merito è a “macchia di leopardo”, ovvero, gli accordi esistenti sono vari e differenti da regione a regione. Se, per esempio, in Lombardia l'abbonamento c'è ed ha un costo di 60 euro mensili, e in Puglia (nel nord barese), sulla scia di Londra, si possono portare le bici gratuitamente, altre regioni sono meno fortunate. In molte infatti, non c'è nessun accordo e trasportare regolarmente bici sul treno può arrivare a costare 1000 euro l'anno.
“La decisione di un eventuale abbonamento treno più bici sui convogli regionali spetta alle Regioni e non a Trenitalia”. Risponde così Trenitalia alla promotrice della petizione che continua la sua “battaglia” replicando:
"Cara Trenitalia, ti chiedo, insieme agli altri 55.000 e oltre, che hanno firmato la mia petizione, di ammodernarti davvero e consentire su tutto il territorio nazionale l'ingresso delle bici in treno, saltando il passaggio della trattativa con le regioni. Ci piacerebbe che, come altrove, fosse gratuito, come quello dei bagagli. Che magnifica risposta sarebbe".
"Il fine che vogliamo ottenere, come utenza e dunque meritevole di ascolto, è quello di migliorare -prosegue la lettera- l'interazione del servizio ferroviario con mezzi pratici ed ecologici come le biciclette: un abbonamento nazionale, mensile ed annuale, che consenta il trasporto di bici sui treni regionali ed a lunga percorrenza, annullando per sempre gli attuali regionalismi. Eppure vediamo che la tua risposta è lontana dal concetto di responsabilità sociale di impresa, il quale dovrebbe portare un'azienda a curarsi dell’impatto che questa ha sui suoi frequentatori (e sull'ambiente), soprattutto per un servizio pubblico fondamentale come quello dei trasporti. Perlomeno nel 2015".
La promotrice sottolinea di non voler "certo insegnarti il mestiere: però ormai viaggiamo tutti, siamo informati, e sappiamo che le aziende moderne e organizzate basano il proprio successo sull’ascolto del cliente, mentre in questa circostanza è proprio una mancanza di ascolto che si avverte.
Rispetto alle esigenze moderne, la modalità di erogazione del servizio che Trenitalia gestisce in tutta Italia è novecentesca. Perché rimandare il singolo cittadino a 20 regioni? I treni li hai tu, mica la Regione, e su quei treni puoi offrire un servizio migliore e innovativo".
"Quello che ti chiedo è che eviti di insabbiarci nei mille rivoli delle amministrazioni e delle associazioni a cui rimandi per accordi spezzettati e ti decida finalmente a far accedere su tutto il territorio nazionale, senza altro indugio, le biciclette; che questo servizio sia esteso anche ai treni di lunga percorrenza; e ci piacerebbe che, come altrove, fosse gratuito, come quello dei bagagli”