Il vento di ieri è raro. Chi vuole aria pulita speri nel maltempo
Il clima non aiuta ma questo non deve diventare un alibi. La qualità dell’aria può migliorare o peggiorare a seconda delle condizioni meteo, indipendentemente dai comportamenti più o meno virtuosi dei piemontesi - da La Repubblica del 31.01.15
02 February, 2015
di Valentina Acordon
In inglese è immediato: smog è l’unione di smoke e fog, fumo e nebbia. L’inquinamento non deriva quindi solo da gas e polveri ma anche dalle condizioni meteo che ne favoriscono o meno la dispersione e non possiamo parlare di qualità dell’aria dimenticandoci dell’uno o dell’altro fattore.
La differenza però è che le emissioni di inquinanti dipendono da noi, mentre al meteo non si comanda e il destino non è stato certo benevolo con Torino e le città piemontesi che, per posizione geografica e condizioni climatiche, sono particolarmente esposte agli episodi di inquinamento acuto. La pianura Padana, che si disputa con il bacino della Ruhr il triste primato di zona più inquinata d’Europa, è un catino racchiuso da Alpi e Appennini e quindi poco ventoso. Le giornate come ieri, coi venti di foehn che spazzano via nubi e inquinanti, a Torino sono piuttosto rare, meno di una decina all’anno, e prevalgono invece condizioni di calma di vento o di ventilazione debole orientale con l’aria inquinata che rimane intrappolata e ristagna per giorni e giorni sulla pianura. In passato qualcuno dotato di molta fantasia arrivò a proporre di spianare il Turchino per liberare la pianura Padana da nebbia e smog, ma più semplicemente per ripulire l’aria sarebbe sufficiente un po’ di pioggia o una bella nevicata. In questo caso è il clima a non aiutarci visto che in Piemonte i mesi invernali, proprio quelli in cui sono maggiori le emissioni di gas e polveri, sono i meno piovosi dell’anno con frequenti lunghi periodi di alta pressione.
Per la qualità dell’aria sono le condizioni peggiori, perché col freddo e il cielo sereno sulla pianura si forma uno strato di inversione termica che, come se fosse un coperchio, impedisce il ricambio d’aria aumentando sempre di più la concentrazione di inquinanti e portando, a lungo andare, a episodi di smog acuto, con la tradizionale cappa marroncina che aleggia su Torino. Il clima quindi non ci aiuta, ma questo non deve diventare un alibi anche perché ogni anno fa storia a sé e la qualità dell’aria può migliorare o peggiorare a seconda delle condizioni meteo, indipendentemente dai comportamenti più o meno virtuosi dei piemontesi. Quest’anno, con temperature miti, poca pioggia e tanto sole, lo smog è tornato alle stelle ma solo lo scorso inverno, uno dei più piovosi di sempre, maledivamo il tempaccio che a Torino ci costringeva un giorno ogni due sotto l’ombrello. Almeno, però, potevamo respirare (quasi) a pieni polmoni.