Amianto, pronta una nuova legge per il Lazio
Nel Lazio ci sono oltre 1 milione di tonnellate di amianto e di questo passo verranno rimosse in 100 anni. Una nuova legge regionale si propone per accelerare i tempi
05 February, 2015
Si è tenuto ieri, alla sede della Regione Lazio alla Pisana, il convegno dal titolo “Per una regione libera dall’amianto”. Durante la mattinata sono intervenuti rappresentanti delle più disparate associazione dall’Aiea fino a Legambiente, con l’unico intento di analizzare insieme lo stato dell’arte dell’amianto nel Lazio, e soprattutto ribadire quanto sia necessario approvare una legge per abbattere i tempi della bonifica della nostra regione.
Il Lazio non è mai stata un’area a vocazione prettamente industriale e per questo la concentrazione di amianto non è così alta come in altre regioni. Nonostante questo sul territorio giace addirittura un milione di tonnellate di amianto concentrato soprattutto in plessi industriali o nei tetti delle abitazioni.
La fibra killer venne bandita nel 1992 eppure, dal 2001, sono ben 1042 i casi di decesso dovuti all’esposizione all’amianto. Il dramma sembra per altro destinato ad aggravarsi visto che il mesotelioma (unica malattia riconducibile esclusivamente all’amianto) ha un periodo di incubazione che può arrivare fino a 40 anni e, secondo gli studi, tra il 2014 ed il 2020 si manifesteranno il maggior numero di casi.
Sul territorio del Lazio sono presenti, come si diceva, ben un milioni di tonnellate di amianto e negli ultimi 10 anni ne sono state rimosse sono 100.000. Un numero obiettivamente irrisorio. I problemi fondamentali dello smaltimento di questo materiale sono soprattutto i costi e la burocrazia. Estrarre il materiale è infatti molto costoso soprattutto poiché non esistono, allo stato attuale, degli impianti per smaltirlo sul nostro territorio e, di conseguenza, si è costretti ad inviarlo altrove facendo lievitare i costi.
Altro grave problema è la mancanza totale di una seria assistenza legale e sanitaria agli esposti e agli ammalati che spesso si ritrovano a non saper neanche a chi rivolgersi.
A tutte queste problematiche vorrebbe far fronte la legge proposta dalla consigliera regionale Cristiana Avenali che vorrebbe istituire proprio politiche di sostegno per l'assistenza dei soggetti ex esposti, e a quelli colpiti dalle malattie collegate all'amianto. In particolare si vorrebbe istituire uno "Sportello amianto" nelle Asl e rendere gratuite le prestazioni diagnostiche. In più sarebbe istituito, tra le altre proposte, un registro di tutti gli edifici con tracce di amianto e verrebbe regolamentato lo smaltimento dei piccoli quantitativi.
“Dobbiamo trattare in modo organico e sinergico mappatura, sorveglianza e prevenzione sanitaria, smaltimento, bonifiche e informazione ai cittadini e formazione degli operatori. - dichiara Cristiana Avenali, promotrice della legge - Credo sia importante, in questa direzione, utilizzare al meglio le nuove tecnologie in campo. Possiamo e dobbiamo iniziare a mettere in atto azioni che hanno funzionato bene come la sostituzione dell’amianto con il fotovoltaico, e come la micro raccolta, mettendo in atto quanto già previsto, e non attuato, dalla Delibera 5892 del 1998, che prevedeva la mappatura e l’individuazione dei siti di smaltimento.”
Soddisfatta anche Legambiente che si dice pronta a seguira da vicino tutto l’iter della legge. “Dalle parole si deve ora passare ai fatti - ha dichiarato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - dobbiamo lavorare tutti per restituire agli abitanti una regione amianto free”.
(in foto un capannone di amianto di rimpetto ad alcune abitazione in via della Bufalotta a Roma)