Il sacchetto della spazzatura 2.0: adesso ha anche il microchip
La sperimentazione in un quartiere di Seveso. In poche settimane dimezzati i rifiuti da spedire all’inceneritore e quasi raddoppiata la raccolta differenziata -da "Corriere della Sera" del 13-2-2015
12 February, 2015
di Roldano Radaelli
In un colpo solo hanno dimezzato i rifiuti da spedire all’inceneritore e quasi raddoppiato la raccolta differenziata. È bastato aggiungere un chip personalizzato Rfid ai sacchi per la raccolta del «secco» abbinato a ogni utente. E i risultati, in poche settimane di sperimentazione in un quartiere di Seveso (in provincia di Monza Brianza), hanno fatto il boom toccando l’asticella dell’80% di quota riciclabile. Un risultato che porterà a un alleggerimento della tariffa.
La sorpresa arriva dalla città brianzola, ferita 40 anni fa dalla tragedia della diossina e che ora si propone come modello in Italia per la gestione dei rifiuti grazie al supporto della partecipata Gelsia Ambiente. L’operazione, proceduta da una lunga campagna di formazione tra i cittadini che ha coinvolto anche i bambini - è partita con la distribuzione a dicembre scorso di un kit di sacchi speciali blu trasparenti dotati di un chip elettronico collegato a ogni azienda o nucleo famigliare.
Nelle giornate di ritiro, il sacco esposto in strada viene caricato sui mezzi dotati di un sistema di registrazione che rileva il codice del sacchetto e trasferisce i dati al sistema centrale che elabora la quantità di rifiuti prodotta.
Nella zona di Seveso scelta per la sperimentazione, nel giro di due mesi, il secco non riciclabile è calato del 50% mentre è salita del 14% la quota recuperata di carta, del 41% di plastica e alluminio e del 26% dell’umido. Numeri che Gelsia punta presto a moltiplicare quando nei prossimi mesi estenderà il sacco blu con il microchip negli altri 24 Comuni della zona coinvolgendo circa 430 mila abitanti. Un’innovazione che può generare risparmi di grande portata unendo i contributi per la differenziata al minor costo di smaltimento oltre all’aiuto all’ambiente.
«Seveso», spiega il sindaco Paolo Butti, «in questo modo potrà togliere qualche punto, il 4%, alla tariffa ma possiamo arrivare anche al 10%, sempre nell’ottica della personalizzazione della tariffa secondo la produzione di rifiuti». Non solo, in Gelsia - insieme al Comune e alla Fondazione Lombardia per l’ambiente - stanno già lavorando a come abbattere ulteriormente la frazione secca. «Quasi la metà di questa è composta da pannolini. Anche su questo fronte», spiega il presidente di Gelsia Ambiente, Massimo Borgato, «stiamo verificando le esperienze italiane in corso e presto contiamo di partire anche con la raccolta differenziata di questi prodotti».