“Scambiati per autisti di Uber ci hanno inseguito e fotografato”
da La Stampa del 18.02.2015
18 February, 2015
di Elisabetta Graziani
Chissà che cosa avrebbe detto il bonario «tassinaro» di Alberto Sordi ai due colleghi che questa mattina a Torino hanno inseguito e minacciato un ignaro cittadino, scambiato per un autista di Uber. È successo alle 9 in largo Marconi, a poche centinaia di metri da Porta Nuova. Dopo aver caricato un collega per andare al lavoro, Daniele Ratti ha accostato la sua Panda al marciapiede per far salire un altro amico, Lorenzo Germak, che, scherzando, gli ha detto ad alta voce: «Uber?», senza accorgersi dei tassisti in sosta lì vicino. I due, sentita l’improvvida frase pronunciata proprio nel giorno della loro protesta, non hanno esitato un minuto e, accesi i motori, li hanno inseguiti.
Il primo taxi ha accelerato fino ad affiancare la Panda per poi mettersi di traverso e bloccare la strada, chiudendo l’auto contro il marciapiede. L’altro si è fermato dietro. «Non capivo cosa stesse succedendo – racconta Ratti poco prima di fare denuncia –. Il tassista, un cinquantenne, è sceso dalla Ford, si è appoggiato al mio finestrino e ha iniziato a urlarmi contro: “Tu stai giocando con la mia vita. Tu sei Uber, mi vuoi rubare il lavoro”. Sono rimasto calmo e gli ho risposto che non ero di Uber e che il mio amico stava prendendomi in giro». Evidentemente incredulo, il tassista ha fotografato la targa dell’auto e ha chiesto al collega di fare altrettanto. Quindi hanno rimesso in moto e sono spariti. Scene da far west cittadino a due passi dal centro.
Ratti – noto a Torino per essere tra gli organizzatori di Paratissima insieme a Germak – ha raccontato tutto prima su Facebook e dopo alla polizia. È stato proprio agli utenti del web che ha chiesto se fosse il caso di sporgere denuncia e dalla rete si è levato un coro indignato che ha dato il via a un processo virtuale contro «la casta dei tassisti» e gli atteggiamenti intimidatori.