Conai. Un accordo con la regione Puglia per rilanciare la raccolta differenziata
Conai supporterà la progettazione a livello locale di nuovi servizi di raccolta che coinvolgerà sia i Comuni capoluogo di Provincia che gli ARO non ancora a regime. Intervista a Walter Facciotto, direttore generale di Conai.
21 February, 2015
Partirei dalla Puglia. Il presidente Roberto De Santis nella sua relazione ha spiegato che la Puglia è indietro con la raccolta differenziata ma ha un margine di crescita superiore rispetto alle altre regioni del Sud Italia, + 20% nel 2013 rispetto all’anno precedente, da 188 a 215 mila tonnellate di imballaggi raccolti. Vuole aggiungere qualcosa a questi dati.
«Conai ha visto una disponibilità generalizzata a un miglioramento della raccolta differenziata e del riciclo e per questo abbiamo stipulato questo protocollo che prevede tutta una serie di supporti alla Regione, mappatura del territorio, verifica su quelli che sono gli indirizzi regionali sulla raccolta differenziata. Tutta una serie di azioni, comunicazioni ai cittadini, che potrebbero svilupparsi in attività concrete con i comuni e con gli aro, con alcuni dei quali siamo già in contatto».
Avverrà a breve?
«Nelle prossime settimane già di rendere operativo il protocollo a cui seguiranno i contatti con i comuni e con gli Aro. Nei prossimi giorni molto probabilmente ci sarà un accordo con il comune di Bari».
La Puglia rispetto alle altre regioni ha delle difficoltà operative. Perchè la raccolta differenziata qui ha attecchito più tardi rispetto alle altre regioni?
«La Puglia ha delle potenzialità di crescita rispetto alle altre regioni dove la situazione ormai è più complicata. Il modello potrebbe essere quello sviluppato in Campania, dove più della metà dei comuni fanno la raccolta differenziata con percentuali di riciclo oltre il 65%».
Barletta e Andria hanno raggiunto il 70% di raccolta differenziata. Sono due comuni con giunte di colore politico opposto, hanno anche due modelli di gestione differenti: il primo di tipo pubblico, Andria di tipo privato.
«Le premesse per lo sviluppo positivo sono fondamentalmente due: la determinazione dell’amministrazione politica, il sindaco deve avere nella sua agenda la raccolta differenziata. Non c’è una situazione antropologica. Quelli del nord sono solo più organizzata».
Eppure gli abitanti della provincia, delle zone periferiche si trovano a fare la raccolta differenziata prima degli abitanti delle città, di quelli che vivono il centro. Anche qui un problema di organizzazione?
«L’aspetto di fondo è comunque che i risultati si vedono dove ci sono queste premesse: dove il sindaco di mette la faccia sullo sviluppo della raccolta e poi con uno strumento, cioè con una azienda, che organizza la raccolta che funziona. Negli altri casi, c’è qualcosa che non va».
Tariffazione puntuale. Nella progettazione Conai sarà prevista una scontistica per i cittadini che fanno la raccolta differenziata o riducono i propri rifiuti?
«Conai è favorevole al fatto che ci sia un riconoscimento economico ai cittadini virtuosi che fanno la raccolta differenziata. L’importante non è fare solo la raccolta, ma farla bene, perché è finalizzata al riciclo. Se la separazione in casa è fatta male, tutto quello che ne consegue dopo, ne risente. L’idea di incentivare i cittadini che fanno meglio la raccolta è corretta. Peraltro lo prevedeva la legge Ronchi già dal 1997. Questo passaggio dalla tassa alla tariffa, alcuni comuni non l’hanno fatto, è un altro discorso. Ma il concetto rimane corretto».
La Regione Puglia, ha firmato un protocollo di intesa, con la
facoltà di Giurisprudenza di Bari, per fare uno studio di settore a livello comunale sulla tariffa e sui costi della tassa rifiuti.
«Ci sono delle esperienze anche nel Sud Italia. Per esempio Mercato San Severino ha attuato la tariffa con codici a barre e il cittadino paga in funzione di quello».