Mercato auto di febbraio +13,2%, ma per Federauto non sono buone notizie
Pavan Bernacchi di Federauto: "Il mercato dell’auto scatta in avanti grazie al noleggio. Ma non facciamoci trarre in inganno, la domanda dei privati, ossia delle famiglie, non dà segni di ripresa; anzi, arretra"
03 March, 2015
Secondo i dati diffusi oggi dal Ministero dei Trasporti il mese di febbraio si è chiuso con 134.697 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un +13,2% rispetto allo stesso mese del 2014.
Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: "Anche a febbraio abbiamo chiuso con una crescita a doppia cifra ma, come per lo scorso mese, lo scatto in avanti è dovuto in larga parte alle sostituzioni dei parchi delle società di noleggio. Invito ancora una volta, nel leggere queste cifre positive, a non cadere nella trappola dei facili ottimismi perché la fine della crisi deve ancora arrivare. E infatti non c’è alcun segnale di ripresa degli acquisti da parte dei privati, ovvero delle famiglie. Questo per diversi motivi e proprio oggi l'Istat ha reso noto che il tasso di disoccupazione in Italia è salito dal 12,1% del 2013 al 12,7% del 2014: il dato annuale massimo mai registrato dal 1977. Ma anche la pressione fiscale, se ce ne fosse bisogno, è tornata a salire: dal 43,4% del Pil del 2013 al 43,5% del 2014."
Interviene Maurizio Spera, presidente dei concessionari VW/Audi: "Le vendite ai privati, nel nostro Paese, sono la "struttura portante" del mercato dell’auto e se ripercorriamo il loro andamento storico capiamo perché non possiamo esaltarci. Nel 2007, l’anno del boom di mercato, la quota dei privati aveva toccato il 90,5%; a gennaio 2011 – in piena crisi – la quota era calata al 72,4%. Purtroppo nel 2015 ha continuato a cedere punti: 62,5% a gennaio e 57,3% a febbraio".
Conclude Pavan Bernacchi: “Senza dubbio l'Italia è percorsa da una ventata di ottimismo, di speranza, legati alla comparsa dei primi segnali positivi in alcuni indicatori economici. Noi però riteniamo che l’uscita dalla recessione possa attuarsi solamente con un deciso risveglio della domanda interna, ancora compressa dall’elevata pressione fiscale. E trasponendo questo concetto al mercato dell’auto siamo certi che il Governo avrebbe molto da fare, se solo si volesse rivitalizzare un settore trainante dell’economia".