Milano, sotto accusa i nuovi lampioni led: le periferie sono al buio, troppe luci in centro
"Dopo la partenza del progetto di sostituzione delle vecchie lampade con i nuovi LED siamo andati in quattro quartieri della città (due in periferia e due nella circonvallazione) per testare l'illuminazione pubblica" - da REPUBBLICA.IT del 6.03.2015
07 March, 2015
di Luca De Vito
Marciapiedi troppo bui nei quartieri periferici di Milano, dove a malapena si scorge chi ci viene incontro. E strade in zone centrali piene di luce, dove anche nelle ore notturne la via è illuminata a giorno. Dopo la partenza del progetto di sostituzione delle vecchie lampade con i nuovi led — voluti dal Comune perché più efficienti ed economici — siamo andati in quattro diversi quartieri della città (due in periferia e due dentro la circonvallazione) per testare i livelli dell’illuminazione pubblica. E per capire se le nuove armature a LED soddisfino (o meno) le richieste di sicurezza dei cittadini. Con un luxmetro professionale abbiamo misurato l’intensità della luce sui marciapiedi e in mezzo alla carreggiata, per rilevare le differenti illuminazioni strada per strada. Il risultato del test, evidenzia una distribuzione delle luci fortemente disomogenea: alcune strade troppo illuminate, altre troppo poco.
In via Costantino Baroni, al Gratosoglio, i residenti si lamentano da tempo della scarsa illuminazione. Proteste che sono arrivate sia prima dei led, quando c’erano ancora le vecchie lampade al sodio, sia adesso. Qua il luxmetro è impietoso: se sulla strada si raggiungono i 38 lux, sui marciapiedi siamo regolarmente sotto i 20. Addirittura, in alcune vie laterali che collegano i palazzi alla strada si scende fino a 15. «Abbiamo protestato più volte — spiega Michele Valtorta, residente del Gratosoglio che ci accompagna nel giro — non abbiamo nulla contro i led, ma la situazione è oggettivamente peggiorata. Prima almeno un po’ di luce sui marciapiedi arrivava, adesso è tutta concentrata sulla carreggiata. Ed è soprattutto un problema di sicurezza, qui le persone hanno paura a uscire di casa».
Spostandosi in via Cadore, in zona semicentrale, le cose cambiano drasticamente. Sono le 23 e sembra giorno. Su uno dei due lati i lampioni hanno la doppia lampada, una rivolta verso la strada, l’altra sul marciapiede. Qui lo strumento segnala 82 lux in carreggiata e due diverse misurazioni per quanto riguarda i marciapiedi: quello meno illuminato registra 44 lux, mentre su quello con la doppia lampada si arriva a 100. «È un dato anche eccessivo — aggiunge Ettore Brusatori, lighting designer che effettua per noi le misurazioni — è l’illuminazione che si trova dentro un ufficio o un magazzino». Curiosamente, a pochi metri c’è piazzale Libia, dove invece le lampade sono molto più scarse. Anche in via Palestro, di fianco ai giardini Montanelli, l’illuminazione abbonda: il luxometro segna 66 in strada e 44 su entrambi i marciapiedi. Tornando poi in periferia, in via Oglio al Corvetto, le rilevazioni scendono nuovamente, con punte massime di 30 e minime di 15.
«Quello che chiediamo noi del Gratosoglio — aggiunge Valtorta — è che laddove le zone rimangono buie si intervenga come in via Cadore, dove è stata aggiunta una seconda lampada». Mettere sul banco degli imputati i led, però, sarebbe un errore. Le mancanze, piuttosto, riguardano la progettazione dell’illuminazione pubblica in fase di sostituzione delle lampade. Perché se la luce dei led può essere più concentrata in certi punti (per esempio sulla carreggiata in via Baroni), altre zone rimangono più buie (come i marciapiedi). Secondo gli esperti del settore, con il cambio delle armature in alcune zone si è modificata la direzione della luce, ma allo stesso tempo non è stata “corretta” la distribuzione delle lampade. La soluzione sarebbe quella di valutare caso per caso, e aggiungere lampioni laddove ce ne sia bisogno, senza per questo dover abbandonare una tecnologia efficiente come i led. E magari intervenire laddove la luce è troppa e il rischio di inquinamento luminoso è concreto.
Dal Comune sembrano consapevoli che delle mancanze ci sono, soprattutto nelle zone periferiche: «Il vantaggio dell’operazione a led è che tagliando i costi si liberano delle risorse — ha spiegato l’assessore Pierfrancesco Maran — che utilizzeremo per andare a intervenire su impianti che non ci soddisfano. Penso per esempio al Monte Stella, o all’Alzaia Naviglio Pavese. Ma anche alla mappatura realizzata dalla Zona 7 che ha messo in evidenza tutte le zone dove c’è poca luce».
Dall’assessorato fanno sapere che sono previsti interventi di miglioramento in 16 strade, mentre in altre 22 sono appena stati modificati degli impianti obsoleti o sono stati aggiunti nuovi punti luce.