Milano lascia a casa l’auto: continuano a diminuire le nuove immatricolazioni
Il calo 2014 dell’1,4% (da 36.212 a 35.705 le auto immatricolate a Milano) è più contenuto rispetto a quelli degli anni precedenti. In crescita solo le ibride. Soddisfatti gli ambientalisti: “I proprietari rinviano la sostituzione del mezzo o spesso lo rottamano” - da REPUBBLICA MILANO dell'11.03.2015
11 March, 2015
di Luca De Vito
È l'anomalia milanese. Mentre in tutta Italia il mercato dell’auto si riprende, con un +4,2 per cento delle immatricolazioni nel 2014 rispetto al 2013, qui gli acquisti delle nuove auto continuano a scendere di un -1,4 per cento. È la combinazione di vari fattori: dalle politiche contro la congestione e in favore della mobilità sostenibile, al mutamento delle abitudini dei milanesi dopo anni di crisi. Esultano gli ambientalisti: «Non ci aspettavamo un dato ancora in calo, era normale attendersi un rimbalzo. Adesso bisogna rendere i mezzi pubblici sempre più competitivi».
Continua a scendere il numero delle immatricolazioni di auto in città. Nonostante il trend in ripresa del mercato delle autovetture a livello nazionale, Milano rimane un’anomalia. Il 2014 è stato un anno ancora in calo rispetto al 2013, con una riduzione di immatricolazioni dell’1,4 per cento, passate da 36.212 a 35.705. Che arriva dopo una lunga discesa degli acquisti, visto che nel 2010 se ne immatricolavano 64.375. Ma l’aspetto in assoluto più significativo è che a livello nazionale la tendenza è esattamente opposta: nel 2014 le immatricolazioni sono salite del 4,2 per cento, per la prima volta col segno positivo dall’inizio della crisi. In calo anche la percentuale delle immatricolazioni in tutta la provincia (—0,7 per cento tra 2013 e 2014), mentre a livello regionale i dati parlano di un +1,8 per cento (nel 2014 si sono vendute 236.389 auto contro le 232.138 dell’anno precedente).
Come si spiega quindi la diversa tendenza? Gli ambientalisti non hanno dubbi: «Significa che a Milano sta succedendo qualcosa di importante — spiega Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia — non solo la gente rinvia sempre di più la sostituzione della vecchia auto, ma molti stanno andando verso la rottamazione definitiva delle quattro ruote». E se anche la riduzione si sta assottigliando, il numero è comunque una buona notizia per chi da anni chiede politiche per abbattere il tasso di motorizzazione in Lombardia, uno dei più alti d’Italia.
«Dopo il lungo periodo di crisi del settore delle auto — aggiunge Di Simine — era legittimo aspettarsi una ripresa delle vendite o comunque un assestamento. Che però a Milano non c’è stato. E anche il dato regionale è ben al di sotto di quelle che erano le nostre aspettative».
Andando a vedere nel dettaglio le cifre che riguardano le immatricolazioni sulla base dell’alimentazione, si ha poi un altro indizio sui nuovi criteri che i milanesi usano nella scelta dei mezzi. Il calo più sensibile lo fanno registrare le immatricolazioni delle vetture più inquinanti a diesel (—1,5 per cento) e a benzina (—4,2 per cento), mentre sono in netta crescita — sebbene con numeri assoluti più contenuti — le ibride, in particolare quelle benzina+elettrico, passate dalle 1.130 vetture del 2013 alle 1.588 del 2014. Numeri che certificano quindi come il mercato delle auto a Milano sia particolarmente influenzato dalle misure antiinquinamento, sia dei divieti fake watches regionali ai diesel, sia dalle restrizioni alla circolazione imposte dal Comune. Tra le cause del calo generale c’è poi anche l’esplosione dei servizi di car sharing che rendono per molte famiglie inutile l’acquisto della seconda auto.
Una vittoria, per i promotori della mobilità sostenibile, su cui però è bene non adagiarsi troppo. «Il modo per consolidare questa tendenza — aggiunge Di Simine — è far sì che i trasporti pubblici siano un’alternativa valida per il cittadino rispetto all’uso dell’auto. Per molti, purtroppo, questa è ancora un mezzo necessario per recarsi a lavoro, ad esempio. Bisogna avere un trasporto pubblico competitivo per l’utenza, ed è una competizione che deve essere fatta all’auto privata. Quindi bisogna avere il coraggio di dire basta agli appalti eterni: i servizi di Tpl si mettano a gara, e che sia una gara vera. Il problema del trasporto pubblico non è tanto il volume dei trasferimenti di risorse piuttosto la scarsa competitività degli operatori del settore».