Pozzi di petrolio a Carpignano Chiamparino verso il no all'Eni
Oggi l’incontro in Regione coi sindaci Rimane la questione dei posti in gioco – da La Repubblica del 09.04.2015
09 April, 2015
di Mariachiara Giacosa
Oggi pomeriggio a Palazzo Lascaris Eni dovrà provare a convincere i consiglieri regionali che il suo progetto di scavare nel sottosuolo di Carpignano Sesia per cercare il petrolio è strategico. E dovrà farlo avendo di fronte, con diritto di parola, i sindaci di quella zona, che di buchi e di petrolio invece non vogliono sentirne parlare.
Ieri gli amministratori si sono incontrati a Novara, con gli assessori regionali e i produttori della zona, per dichiarare compatti il loro no al pozzo petrolifero. Di fronte a questa opposizione, se dovesse essere confermata, e soprattutto se potrà contare sul supporto della Regione, la stessa Eni potrebbe fare marcia indietro. «Se le popolazioni saranno contrarie - sostiene la società - siamo pronti a ritirare il progetto». Insomma la società petrolifera non vuole rischiare di ritrovarsi nelle risaie e dintorni quello che è succeso in Valsusa per la linea ad alta velocità Torino- Lione.
La vicenda è nata quasi tre anni fa quando il colosso dell’energia presentò il primo progetto per un pozzo esplorativo per scovare l’oro nero sotto il terreno di Carpignano, un paesino del novarese di appena 2500 abitanti. Un investimento che nel tempo è cambiato e che ora è di oltre 40 milioni, con un giro d’affari presunto di 3 miliardi nel caso si trovassero, come si pensa, tra gli 80 e i 100 milioni di barili di petrolio.
I comuni della zona si opposero da subito. Giovanni Di Maio, che un anno fa è diventato sindaco di Carpignano anche grazie al “no petrolio” ha raccolto il testimone e guida la fronda dei ribelli. Intanto è cambiata la guardia anche in Regione e la questione è finita sul tavolo di Sergio Chiamparino che ora ha deciso di prendersi ancora un mese di tempo (la scadenza iniziale era il 14 aprile) per decidere se dare o meno il via libera al progetto. Gli uffici stanno analizzando gli aspetti tecnici. Poi la palla passerà al ministero, a cui spetta la parola definitiva sulle questione energetiche.
Dal punto di vista politico però la posizione di piazza Castello si sta definendo e la sensazione è che il petrolio da quelle parti non sia la priorità. Chiamparino ha chiesto un incontro ai vertici dell’ Eni per capire se ci sono margini per convertire l’investimento dagli idrocarburi alle energie rinnovabili. Con la realizzazione di un impianto geotermico al posto del pozzo esplorativo. Secondo l’assessore Augusto Ferrari - che si occupa di assistenza, ma è novarese e quindi molto attento alla questione - «non si può mettere a rischio il sistema economico che si è creato in questa zona intorno all’agroalimentare, con produzioni di vino, miele e salumi, in nome dell’ipotetico petrolio». La tesi è condivisa anche dal suo collega Giorgio Ferrero (Agricoltura): «La vocazione del Piemonte non è quella di andare a caccia del petrolio, dobbiamo proteggere la nostra terra: in quella zona sono nate nuove aziende, che occupano dei giovani e che sono diventate eccellenze nei settori della viticoltura e del miele: sono realtà da tutelare ».
E’ più possibilista l’assessore allo sviluppo economico Giuseppina de Santis che rischia alla fine di trovarsi da sola o quasi a difendere l’investimento di Eni. In ballo, infatti, ci sono parecchi posti di lavoro: non solo quelli annunciati nel caso in cui dal pozzo uscisse tutto l’oro nero previsto, ma anche dei 40 dipendenti del Centro olii di Trecate, a una manciata di chilometri, che rischiano di perdere il posto in assenza di nuove sorgenti. «L’opposizione del territorio è nettissima - spiega De Santis - ma è chiaro che se la scelta fosse questa le ricadute sull’occupazione si faranno sentire». «È un falso problema - taglia corto il sindaco Di Maio- gli operai di Trecate hanno già trattato l’accordo per uno scivolo economico. Il problema è proteggere chi in questi anni ha investito in agricoltura e ora rischia di vedere tutto distrutto».
(in foto il pozzo di petrolio a a San Possidonio (MO)