I vigili confiscano due auto di Uber
Fassino scrive al governo: troppa confusione, servono leggi chiare per regolare le nuove tecnologie – da La stampa del 19.04.2015
20 April, 2015
di Andrea Rossi
Impossibile non considerarlo un segnale: i giudici graziano Uber e, il giorno dopo, i vigili tornano all’attacco. Due vetture fermate - dopo essere state intercettate e pedinate -, autisti multati. Il tutto nemmeno ventiquattr’ore dopo la pronuncia del giudice di pace di Torino, che ha accolto il ricorso di un automobilista Uber cui era stata confiscata l’auto, sospesa la patente e inflitta una multa di 2 mila euro, e alla vigilia dell’Ostensione della Sindone, evento su cui incombe la protesta dei tassisti.
I controlli continuano.
Certo che è un segnale: alla
multinazionale californiana, che pensava di aver segnato un punto
dopo la sentenza secondo cui gli autisti Uber non possono essere
considerati tassisti abusivi; e ai tassisti stessi, già pronti a
scendere nuovamente in piazza e dare battaglia in un momento troppo
delicato (con la Sindone e, tra pochi giorni, l’Expo) per potersi
permettere agitazioni eclatanti. Palazzo Civico tira dritto:
controlli in strada e pressing sul governo, perché in Comune sono
convinti che senza una modifica alle leggi sul trasporto non sia
possibile dirimere la matassa Uber.
Così il primo segnale l’hanno
dato i vigili, per scoraggiare qualunque velleità potesse animare i
tassisti, che venerdì sera - dopo la pronuncia del giudice - avevano
invaso mezza piazza Castello, con gli agenti spediti in tutta fretta
a controllare che l’adunata non si trasformasse in un carosello nel
centro già affollato di pellegrini e turisti. La Polizia municipale
ieri ha fermato due vetture Uber: un Fiat Freemont nuovo di zecca,
guidato da un uomo di 55 anni che aveva caricato un “cliente” in
piazza Adriano per lasciarlo davanti a un circolo sportivo in corso
Sicilia; e una Opel Corsa, al volante un ragazzo di 21 anni,
nazionalità romena, che trasportava una giovane di Savona dal Teatro
Nuovo a Parco Ruffini.
La lettera del sindaco.
Un messaggio - inevitabile
coglierlo - anche ai tribunali: non ci facciamo dettare la linea. In
realtà l’assessore alla Polizia municipale Giuliana Tedesco
rifugge dalle iperboli: «Massimo rispetto per le sentenze, sia
chiaro, ma la nostra posizione sul tema non cambia: UberPop è
un’applicazione che non rispetta la legge attuale. Di conseguenza i
controlli stradali proseguono».
Il secondo segnale lanciato ieri
da Palazzo Civico porta la firma del sindaco Fassino, che ha inviato
una lettera al nuovo ministro dei trasporti Graziano Del Rio,
sollecitando ancora una volta il governo. L’esecutivo guidato da
Renzi finora se n’è lavato le mani. Invece - scrive Fassino - «il
trasporto persone è oggetto negli ultimi tempi di significative
modificazioni con l’ingresso di diverse modalità di servizio,
peraltro non regolate da norme adeguate, e offerto ai cittadini a
condizioni di costo e di servizio disomogenee. Il che è causa di
tensioni e conflitti. Una situazione resta più critica da
provvedimenti difformi adottati da organi di giustizia». Morale: «È
urgente definire certezze normative e operative». Nel frattempo, la
guerra di posizione Uber-taxi-Comune continua.
Leggi anche: Il giudice di pace “Le vetture di Uber non sono taxi abusivi”
(foto di comeedove.it)