New York, riduzione dei rifiuti del 90% ed equità sociale. Ecco il nuovo piano di sostenibilità della città
Si chiama oneNYC ed è basato sull'idea di coniugare la lotta alle disuguaglianze di reddito con l'impegno a ridurre l'impatto ambientale della città. Riduzione dei rifiuti, efficientamento energetico e resilienza climatica
30 April, 2015
Inizia una nuova era per New York. Mercoledì 29 aprile il sindaco Bill De Blasio ha annunciato ufficialmente il nuovo piano rifiuti della città, di cui si era già avuta qualche anticipazione in occasione della Giornata Mondiale della Terra. L'obiettivo dell'amministrazione è molto ambizioso: ridurre del 90 per cento i rifiuti indifferenziati entro il 2030, arrivando da quel momento in poi a fare completamente a meno delle discariche. Per decenni, i rifiuti della Grande Mela sono stati portati in treno o sulle chiatte in South Carolina, Virginia, New Jersey e Pennsylvania. Il nuovo piano eliminerebbe quasi tutte le esportazioni, che costano più di 350 milioni di dollari all'anno.
Per raggiungere il traguardo si punterà ad un massiccio incremento del riciclo, ma anche a diverse iniziative per la riduzione dei rifiuti a monte, tra cui degli incentivi anti-spreco rivolti a cittadini e attività commerciali. Una prima misura a medio termine sarà l'estensione della raccolta porta a porta dell'organico a tutta la città entro il 2018, cosa che attualmente coinvolge quasi 200 mila newyorkesi. Un'altra è quella che riguarda l'implementazione e la semplificazione della raccolta differenziata, che entro il 2020 verrà trasformata in una raccolta multimateriale di metallo, vetro, plastica e carta, tutti da conferire in unico bidone.
Ridurre i rifiuti aiuterà New York a raggiungere un altro obiettivo ambizioso, annunciato da De Blasio a settembre, ovvero la riduzione delle emissioni di gas serra dell'80% entro il 2050. Per farlo bisognerà agire soprattutto sugli edifici, che determinano il 75% delle emissioni globali della città.
Il piano rifiuti fa parte in realtà di un programma molto più ampio, intitolato "oneNYC, the Plan for a strong and a just city", a sua volta basato sul PlaNYC dell'ex sindaco Bloomberg, che punta a fare di New York una città molto più “sostenibile” di quanto non sia adesso, non solo dal punto di vista ambientale ma anche per ciò che concerne l'equità sociale.
Si tratta di 332 pagine, frutto di una collaborazione tra 70
agenzie, 177 gruppi civici, più
di 50 politici e un sondaggio pubblico. L'idea di oneNYCè quella di coniugare la lotta alle disuguaglianze di reddito – il 45% della popolazione di New York vive vicina alla soglia di povertà – con l'impegno a ridurre l'impatto ambientale della città. "Sappiamo che se lavoriamo unicamente alla sostenibilità ambientale e ci ritroviamo con una città dorata buona solo per i più ricchi, non avremo più New York – ha detto De Blasio alla stampa - E allo stesso modo, se abbiamo una città piena di opportunità economiche e di inclusione, ma non efficiente dal punto di vista ambientale, non funzionerà”.
Il miglioramento delle condizioni abitative può essere preso come esempio del nuovo corso. Le classi meno abbienti vivono per la maggior parte in edifici poco efficienti dal punto di vista del risparmio energetico. Questo, oltre agli sprechi che chiaramente coinvolgono tutta la città, determina per i residenti spese piuttosto alte che gravano sul bilancio domestico, più di quanto non gravino sul bilancio delle classi più agiate. Tra le soluzioni ipotizzate nel piano di De Blasio ci sono l'introduzione di sgravi fiscali, la creazione di nuove unità abitative efficienti e a prezzi accessibili e, dove possibile, l'efficientamento energetico delle vecchie case.
L'altro fronte su cui il piano oneNYC punta fortemente per unire la salvaguardia dell'ambiente e al miglioramento dell'equità sociale è l'aumento della resilienza della città ai cambiamenti climatici. Quando nell'ottobre 2012 l'uragano Sandy colpì New York (42 miliardi di dollari di danni e 22 morti), numerosi ambientalisti avevano fatto presente che le misure di difesa dai fenomeni più estremi non potevano più essere pensate e attivate senza tutelare gli strati sociali più deboli.Per questo il piano prevede il coinvolgimento di gruppi di comunità locali nella pianificazione delle misure preventive e d'emergenza, come il rafforzamento delle difese costiere e delle infrastrutture energetiche e viabilistiche.
Come riporta insideclimatenews.org, OneNYC ha ricevuto un generale apprezzamento da parte degli ambientalisti, anche se numerosi sottolineano che mancano degli elementi importanti: non sono chiare le fonti di finanziamento del piano, alcune scadenze sono troppo ottimistiche, non si capisce bene quali organi dovranno gestire i differenti lavori. Insomma, va bene il programma ma adesso il passo successivo dev'essere un preciso e dettagliato piano di attuazione.