Resort extralusso a Ostuni. «Progetto incompatibile» con le cinque vele di Legambiente
Dopo l'approvazione da parte del consiglio comunale di Ostuni della variante al Piano Regolatore Generale per le attività turistiche ricettive, per realizzare un resort extralusso Legambiente non ci sta e attacca: "Incompatibile con un turismo legato al territorio e all’ambiente"
29 May, 2015
«Si tratta di un inaccettabile intervento che determina un consumo di suolo e considera gli ulivi monumentali come semplice cornice di attività economiche estranee alla qualità del territorio, alla logica di ruralità che in questi anni si è andata affermando, un vero e proprio schiaffo alla candidatura UNESCO della Piana degli olivi millenari. Legambiente in questi anni ha sempre premiato e diffuso come buona pratica il modello di ospitalità ostunese, diventato un punto di riferimento per tutta la Puglia che ha visto sviluppare in questi anni tanti posti letto attraverso il recupero conservativo dell'enorme patrimonio edilizio esistente (trulli e masserie), senza consumo di suolo agricolo, senza aumento di volumi. Questa decisione del consiglio comunale rappresenta al contrario una pericolosa inversione di tendenza rispetto a un percorso di qualità dell’offerta turistica».
Questo il commento di Sebastiano Venneri, Responsabile Mare di Legambiente Nazionale e Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia, dopo l’approvazione dei giorni scorsi da parte del consiglio comunale di Ostuni della variante al Piano Regolatore Generale per le attività turistiche ricettive per realizzare un resort extralusso.
Quello di Ostuni è un contesto paesaggistico omogeneo così come si osserva dalle terrazze della cittadina, punteggiato solo da masserie che negli ultimi anni hanno associato alla loro funzione di produzione agricola l’ospitalità, la visita dei frantoi sotterranei e la promozione del prodotto olio.
Un esempio di sviluppo turistico legato ai parchi archeologici come quello di Agnano e alle aree naturali come il Parco delle Dune Costiere, alle piste ciclabili lungo la costa e tra gli olivi secolari, alle chiusura delle filiere produttive, ai presidi Slow Food e all’agricoltura biologica. Un modello volto al concetto del recupero ai fini di accoglienza dei fabbricati esistenti sia privati che pubblici per ospitare un Museo delle Civiltà preclassiche in un ex convento, un Albergabici nella Casa cantoniera, un Centro Visite all’interno di una stazione ferroviaria, una Casa del mare in un lido abusivo fatto demolire.
Tutte queste motivazioni hanno indotto Legambiente ad assegnare a Ostuni le prestigiose Cinque Vele, il premio di Comune Biciclone. Lo stesso hanno fatto altri organismi sia a livello nazionale che internazionale che hanno deciso di conferire attestati e riconoscimenti a questo pregevole territorio, tra cui la Carta Europea del Turismo Sostenibile.
«È evidente che il resort extralusso che si intende realizzare è incompatibile con il riconoscimento delle “5 Vele” di Legambiente e Touring Club Italiano assegnate negli anni passati al Comune di Ostuni. Consideriamo questa decisione una clamorosa marcia indietro rispetto al percorso degli ultimi anni verso un’accoglienza turistica legata al territorio, alle sue migliori risorse, alla qualità del suo paesaggio, una scelta incomprensibile e dannosa per lo sviluppo di questi luoghi» concludono Venneri e Tarantini.