BicoccaINaria, in Università a misurare le polveri sottili | Video
Abbiamo seguito "Misura il particolato", il laboratorio dei ricercatori dell'Università Bicocca, progetto INSPIRED, per spiegare come si misurano PM10 e PM 2,5. Partendo dai terrazzi dell'Università...
02 June, 2015
Video di Stefano D'Adda
"BicoccaINaria" non è una giornata in cui al polo universitario di Milano nord non è funzionato niente o si è assistito ad specie di rivoluzione, ma il titolo di un interessante iniziativa di divulgazione in tema di inquinamento atmosferico, attuata dai dei ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Come si misura l'inquinamento dell'aria, le famose polveri sottili, PM10 e PM2,5, protagoniste degli allarmanti bollettini che, soprattutto d'inverno, fanno preoccupare i milanesi? Come si misurano i pollini e come questi ultimi possono pericolosamente interagire con lo smog?
"BicoccaINaria" fa parte del progetto INSPIRED, finanziato dalla Fondazione Cariplo e con capofila il Dipartimento DISAT dell'Università Milano Bicocca (Gruppi di Ricerca Chimica dell’Atmosfera e Biologia Vegetale), che porta avanti un’innovativa attività di ricerca, formazione e divulgazione sul tema dell’interazione fra inquinamento atmosferico e pollini allergenici.
Sabato 23 maggio, nell'Edificio U9 di viale dell’Innovazione 10, Università Statale Bicocca, abbiamo assistito personalmente al laboratorio sull'inquinamento atmosferico, organizzato insieme a GenitoriAntismog, dove la ricercatrice del Dipartimento di Scienze Ambiente, Territorio e Scienze della Terra, Maria Grazia Perrone, ha spiegato i principi gravimetrici ed ottici e i relativi strumenti, dai filtri, alle bilance di precisione, ai laser, con cui si può capire quanti microgrammi, ossia milionesimi di grammo (μg o mcg) di Pm10, Pm 2,5 o addirittura Pm1 (diametro sotto 1 millesimo di mm), possono esserci in un m³ d'aria.
"BicoccaINaria" non è una giornata in cui al polo universitario di Milano nord non è funzionato niente o si è assistito ad specie di rivoluzione, ma il titolo di un interessante iniziativa di divulgazione in tema di inquinamento atmosferico, attuata dai dei ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Come si misura l'inquinamento dell'aria, le famose polveri sottili, PM10 e PM2,5, protagoniste degli allarmanti bollettini che, soprattutto d'inverno, fanno preoccupare i milanesi? Come si misurano i pollini e come questi ultimi possono pericolosamente interagire con lo smog?
"BicoccaINaria" fa parte del progetto INSPIRED, finanziato dalla Fondazione Cariplo e con capofila il Dipartimento DISAT dell'Università Milano Bicocca (Gruppi di Ricerca Chimica dell’Atmosfera e Biologia Vegetale), che porta avanti un’innovativa attività di ricerca, formazione e divulgazione sul tema dell’interazione fra inquinamento atmosferico e pollini allergenici.
Sabato 23 maggio, nell'Edificio U9 di viale dell’Innovazione 10, Università Statale Bicocca, abbiamo assistito personalmente al laboratorio sull'inquinamento atmosferico, organizzato insieme a GenitoriAntismog, dove la ricercatrice del Dipartimento di Scienze Ambiente, Territorio e Scienze della Terra, Maria Grazia Perrone, ha spiegato i principi gravimetrici ed ottici e i relativi strumenti, dai filtri, alle bilance di precisione, ai laser, con cui si può capire quanti microgrammi, ossia milionesimi di grammo (μg o mcg) di Pm10, Pm 2,5 o addirittura Pm1 (diametro sotto 1 millesimo di mm), possono esserci in un m³ d'aria.
Anche se il metodo ufficiale con cui le ARPA misurano il particolato, quello previsto dalla normativa sull'inquinamento atmosferico, resta il campionamento gravimetrico (campioni d'aria raccolti su appositi filtri, misurando poi il "peso" delle polveri su bilance ad alta precisione), all'Università Bicocca utilizzano anche il LIDAR (Light Detection and Ranging), una tecnica di telerilevamento che usa un laser ad infrarossi per “misurare” in tempo reale un profilo in verticale della qualità dell’aria.
Tuttavia la scoperta più affascinante, ma anche inquietante, è capire le dimensioni microscopiche delle polveri sottili, assai più piccole anche della farina - come si illustra bene durante il laboratorio - che misura solo 0,1-0,2 mm di diametro. Le particelle inquinanti dell'aria si misurano infatti in termini di micrometri (µm), cioè millesimi di millimetro, o addirittura nanometri (nm), ossia milionesimi di millimetro! Misure incredibilmente piccole anche rispetto ad un capello umano e capaci così di entrare nei polmoni, negli alveoli e nel sangue, e viaggiare verso gli "organi bersaglio". Come le polveri sottili PM1 del fumo, misurate in un ambiente chiuso, particelle che anche la semplice accensione di un incenso per profumare la casa fa aumentare vertiginosamente, come si vede nella parte finale del video.
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