A giorni, superate le verifiche degli uffici comunali, dovrebbe partire la prima parte della raccolta firme per i 4 nuovi referendum proposti da Milanosimuove. I quesiti riguardano: la messa a disposizione da parte del Comune di 25.000 alloggi per l’edilizia sociale, senza consumo di suolo ma riconvertendo strutture oggi inutilizzate; la riapertura dei navigli (l’avvio dei lavori è fissato per il 2018); l’allargamento di Area C entro il 2017, con lo sviluppo di una zona a basse emissioni su tutto il territorio comunale, associato a un importante potenziamento delle piste ciclabili; infine il raddoppio del verde pubblico e degli spazi verdi cittadini. 

A differenza dei referendum votati nel 2011, anche allora promossi da Milanosimuove, questa volta la consultazione, se si svolgerà, avrà valore propositivo e vincolante, ovvero qualora dovesse essere raggiunto il quorum, l’amministrazione comunale sarà tenuta alla loro concreta realizzazione, a meno che non si inventi qualche modifica della legge che renda i quesiti referendari aggirabili. I proponenti hanno anche allegato, come richiesto dalle nuove norme, un piano di sostenibilità economica che prevede, a fronte di investimenti per un miliardo e mezzo di euro, privatizzazioni importanti: Sea, A2A, Milano-Serravalle e lo stadio di San Siro. 

I referendari, una volta accertata l’ammissibilità dei quesiti, dovranno superare il primo scoglio, per nulla scontato, della raccolta delle 15.000 firme necessarie per avviare la consultazione. Il voto è eventualmente previsto dopo le comunali del 2016 e sarà un’impresa ardua raggiungere il quorum, fissato nel 50% dei votanti alle ultime amministrative. Ma di questi tempi in politica tutto è possibile. 

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