La Regione “cancella” Uber
“Trasporto passeggeri riservato agli autorizzati”. Il legale dell’azienda: incostituzionale da La Stampa del 03.07.2015
03 July, 2015
di Maurizio Tropeano
«Il servizio di trasporto di persone, che prevede la chiamata, con qualunque modalità, di un autoveicolo e una corresponsione economica, può essere esercitato esclusivamente da soggetti autorizzati». Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità la correzione di una legge regionale del 1995 che impone una stretta all’attività di Uber. Di fatto viene specificata meglio una norma esistente sottolineando il fatto che chi può svolgere quel servizio in esclusiva sono tassisti e noleggiatori con licenza così come scritto alle a) e b) del comma 3, dell’articolo 1 della legge che contrasta i fenomeni di abusivismo.
La mediazione
Il centrodestra avrebbe voluto norme più stringenti, a partire dalle sanzioni. Nella proposta di legge firmata da Gianluca Vignale (Forza Italia) erano previste multe fino a 1500 euro per i driver e di 30 mila per i gestori delle app. Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) ha anche chiesto di vietare l’uso delle applicazioni ma, come spiega Nadia Conticelli, presidente della Commissione Trasporti, «non era possibile addentrarsi in una materia dove il rischio di incostituzionalità era forte».
E infatti, almeno secondo il legale di Uber, la norma è anti-costituzionale, perché solo il governo può legiferare in materia e non ci saranno effetti nemmeno sulle cause ancora aperte con i driver multati nelle scorse settimane, prima che il tribunale di Milano bloccasse Uber Pop.
Alla fine, così, sono stati approvati gli emendamenti predisposti dall’assessore Francesco Balocco dopo un incontro tra una delegazioni dei taxisti e il presidente Chiamparino. Per i gestori dei sistemi di chiamata, così, non è prevista alcuna pena pecuniaria mentre per i driver saranno applicati gli articoli 85 e 86 (multa tra gli 83 e i 329 euro) del codice della strada. Di fatto, quello di ieri è stato un segnale politico anche perché come spiega Giorgio Bertola (M5s) «non si tratta di una vera innovazione, perché è solo un’affermazione di legalità».
Il parere del Garante
Intanto. ieri il presidente dell’Autorità dei Trasporti, Andrea Camanzi, nel corso dell’audizione sul disegno di legge sulla concorrenza ha spiegato che «i servizi di intermediazione su richiesta con finalità commerciale (come Uber) dovrebbero essere regolati prevedendo l’obbligo di registrare le piattaforme presso la Regione di riferimento, alla quale devono anche essere forniti i dati necessari alla vigilanza, di fissare i corrispettivi in modo trasparente e tale che eventuali sovraprezzi siano immediatamente riconoscibili dal cliente». Camanzi ha aggiunto anche che «a tutela del trasportato prevediamo l’obbligo di stipulare una assicurazione aggiuntiva rispetto a quella obbligatoria».
(Foto da glistatigenerali.com)