Scelte politiche per prevenire i blackout da caldo. Paolo Hutter per Metronews ed Eco dalle Città
Che fare se il caldo supera ogni record e si accendono sempre di più i condizionatori e di conseguenza in alcuni momenti la rete elettrica va in crisi e si stacca provocando alcuni black out?
10 July, 2015
Che fare se il caldo supera ogni record e si accendono
sempre di più i condizionatori e di conseguenza in alcuni momenti la
rete elettrica va in crisi e si stacca provocando alcuni black out? La
polemica è più viva a Milano, ma è successo anche a Torino e in altri
centri. Non si tratta di un problema tecnico ma di una questione
strategica con risvolti anche etici, oltre che economici.
Di energia
elettrica ne abbiamo fin troppa, anche se magari qualcuno nei giorni
scorsi ha pensato che ci manca il nucleare. Ne abbiamo tantissima, non
si può pensare di fare nuove centrali nè di rifare i sistemi di
distribuzione per dei sovra-consumi che si verificano per pochi giorni
l'anno. I dati A2A di Milano certificano che mai nella storia si era
avuto un picco di consumi elettrici in città come quello attorno alle
14 di martedi 7 luglio. Di cosa dovrebbe scusarsi A2A? Di non avere
tutte le cabine e le sottocabine a prova di caldo? Ma questo - dicono i
tecnici - è stato il fattore determinante solo per alcuni black out.
Per lo più sono derivati dai consumi eccessivi. In questa definizione
di eccessivi è inutile vedere l'aspetto moralistico. Ci stiamo
abituando a vivere con l'aria condizionata, anche se con ventilatori e
evaporizzatori si potrebbero in molti casi avere effetti di "confort" (
è il termine tecnico) analoghi. E passi. Tra i condizionatori in uso
molti hanno livelli di efficienza energetica superati. E passi. Ma i
consumi sono eccessivi perchè cozzano coi limiti della rete e non sono
gestiti con sufficiente programmazione e spirito di responsabilità.
Probabilmente bastava un 10 % in meno di consumi contemporanei e non si
arrivava ai black out. A2A faceva appello da giorni a un
autocontenimento dei consumi ma chi l'ascoltava?
Forse in questi casi
dovrebbe essere il Sindaco ad appellarsi ai cittadini. Direi di più, si
tratta di dare disposizioni e di firmare ordinanze, come si fa per i
giorni di smog più pesante e come si fa per le emergenze di protezione
civile. C'è il DPR 74 del 2013 - anche se non lo conosce nessuno - che
vieta di portare a meno di 26 gradi la temperatura media degli interni
quando si usano i condizionatori. Certo ci sono 2 gradi di tolleranza,
quindi di fatto sono 24. Se non basta - cioè se non basta il limite di
24 gradi a ridurre i comsumi - esiste la possibilità di ulteriori
decisioni locali. I negozi non dovrebbero poter tenere le porte aperte
con l'aria condizionata, consumano di più. Come esiste la possibilità
di disporre ( e non solo di consigliare) di non usare lavatrici tra le
12 e 30 e le 15. Certo non sono disposizioni facili da far applicare
perchè mancano le forze per controlli sistematici. Ma sarebbero pur
sempre qualcosa di più di un generico appello inascoltato. I giorni
delle ondate di calore con possibili sovraconsumi potrebbero aumentare,
diventare una decina l'anno. Con un minimo di concertazione ce la
potremmo fare: ci vuole solo volontà politica.