Milano, auto addio: in città ne circolano 15mila meno rispetto a un anno fa. Maran: AreaC resterà com’è
Dal 2000 parco circolante sceso di 100mila unità. Anche per le nuove immatricolazioni non si arresta il tracollo: solo 38mila nel 2014". Maran: "Basta con gli interventi dirompenti. Al via le zone 30" - da REPUBBLICA.IT del 22 luglio 2015
23 July, 2015
di Luca de Vito
I numeri parlano chiaro: il parco auto circolante di autoveicoli a Milano diminuisce. E lo fa, incessantemente, dal 2000. L’ultima certificazione arriva dai dati annuali dell’Automobile club italiana che fotografano – al 31 dicembre 2014 – una presenza di 686mila vetture in città, circa 15mila in meno rispetto all’anno precedente e soprattutto centomila in meno rispetto a 14 anni fa. Non molto diversa la situazione nell’intero territorio dell’area metropolitana di Milano, dove le auto circolanti sono 1,75 milioni, vale a dire 200mila in meno rispetto all’anno 2000.
A confermare questa interpretazione c’è il dato sulle immatricolazioni che, sebbene in lieve calo, ha visto arrestare il tracollo: se a Milano gli acquisti sono scesi di 1.300 unità (nel 2012 erano scese di 24mila) addirittura nell’area metropolitana sono leggermente cresciute, con 682 immatricolazioni in più rispetto al 2013. Segnale che il mercato si sta stabilizzando. Constatazione che fa dire all’assessore Maran che il tempo degli interventi drastici è finito. «Adesso bisogna andare avanti con determinazione – spiega – sapendo che una strada è stata tracciata. Non abbiamo più bisogno di azioni dirompenti, ma dobbiamo accompagnare un cambiamento che sta avvenendo».
Niente allargamento di AreaC, quindi. «Bisogna continuare a investire sul trasporto pubblico – aggiunge – ma allargare l’area della congestion charge non è la priorità. Nel nuovo Piano urbano della mobilità sostenibile abbiamo individuato una serie di attività e interventi, come l’ampliamento delle zone 30, in cui il traffico è canalizzato a bassa velocità, su cui pensiamo sia il caso di concentrare i nostri sforzi». Per Legambiente, le politiche cittadine hanno sicuramente un merito in questa riduzione, ma non sono tutto. «Fondamentale è anche il ruolo del privato – spiega Damiano Di Simine di Legambiente – penso alle società che hanno dato vita al car sharing, ma anche a gruppi e associazioni che da soli hanno fatto molto, come ai ciclisti urbani. Ancora una volta la società civile si è mostrata più avanti delle istituzioni».
Sulle politiche da adottare adesso, gli ambientalisti invitano a mantenere alto il livello d’attenzione. «Se sono d’accordo con Maran quando dice che allargare AreaC non è la priorità – aggiunge Di Simine – dall’altra non sono d’accordo quando dice che non servono cure del cavallo: servono eccome, soprattutto per quanto riguarda la regolazione della sosta. Se pensiamo che queste debbano essere cure soft, però, si sbaglia tutto».
A destare preoccupazione è invece il piano della mobiltà che si sta studiando in Regione: «Mentre noi siamo a parlare di riduzione del parco circolante – aggiungono da Legambiente – al Pirellone si ribadisce nel testo del Programma regionale della mobilità e dei trasporti che si continueranno a costruire tutte le grandi strade volute da Formigoni. Non bastano questi dati sul calo della motorizzazione e i numeri fallimentari della Brembemi e della Teem a farci desistere da queste grandi e inutili opere?»
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