Pesci d'acquario e tartarughe rilasciati nelle fontane: la morte è quasi certa
A Milano il Comune allerta sul crescente fenomeno dell'abbandono di pesci e tartarughe nelle fontane pubbliche. La morte quasi certa per il cloro. Anche l'abbandono dei piccoli animali acquatici rientra nel reato di maltrattamento, art. 727 Codice Penale
30 July, 2015
Il Comune di Milano sta intensificando i suoi interventi per salvare pesci e tartarughe abbandonati nelle fontane della città. Si tratta di un fenomeno ciclico, in coincidenza con il periodo delle ferie estive, che comporta la morte di centinaia di animali che non tollerano la presenza del cloro nell’acqua delle fontane. I tecnici del Settore Arredo Urbano del Comune sono all'opera per tentare di salvare gli animali, oltre a garantire il decoro delle fontane.
“Ci troviamo anche quest’anno di fronte a questa triste abitudine – ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici e Arredo urbano Carmela Rozza – con tante persone che si disfano dei loro animali acquatici nelle fontane lasciandoli a morte quasi sicura. I casi di abbandono si verificano con l’inizio delle vacanze: invito perciò i milanesi ad un comportamento civile nei confronti degli animali che devono essere trattati come si deve, non è accettabile che si comprino d’inverno e si lascino morire d’estate. Chiediamo, inoltre, ai cittadini di vigilare e denunciare alla vigilanza urbana episodi di abbandono”.
I casi di abbandono si verificano in modo particolare nei quartieri residenziali. Il Comune ha predisposto che i tecnici dell’Arredo urbano, qualora trovino pesci o tartarughe ancora vivi, si impegnino ad individuare una sede dove collocarli. Di solito i pesci ritrovati sono da acquario, comunque di piccole dimensioni. Stesso discorso per le tartarughe, un fenomeno che a Milano coinvolge anche altri ambienti, come laghetti e corsi d'acqua dei parchi urbani (se ne trovano moltissime al Parco Nord), dove invece spesso questi animali proliferano.
Il Comune ricorda che chi maltratta e abbandona animali domestici commette un reato, in base all'articolo 727 del codice penale: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze".
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