Milano, ambientalisti contro la festa dell’Unità
Il luogo prescelto sono i giardini di Porta Venezia. Il FAI: “assurdo,è un luogo storico” - da La Repubblica del 4 agosto 2015
04 August, 2015
di Matteo Pucciarelli
Partenza col botto, la prima sera: il rapper Marracash. Ma non mancherà nemmeno la serata dj set. Oltre ovviamente ai classici dibattiti e alle tradizionali salsicce, salamelle, tortelli, birra e così via. «Ma quello è un giardino storico, un luogo di riflessione, quasi spirituale, fatto per meditare. Come si fa a occuparlo così per 15 giorni? Come?», non si dà pace il vicepresidente del Fai Marco Magnifico. Associazioni ambientaliste da una parte, fiancheggiate dal Consiglio di zona 1 (maggioranza centrosinistra); Pd milanese dall’altra. La decisione di organizzare la Festa dell’Unità nazionale ai giardini di Porta Venezia, dal 25 agosto al 6 settembre, ha surriscaldato gli animi di una politica locale altrimenti già in clima vacanziero.
Il Comune doveva decidere se c’erano i presupposti, e alla fine ha dato l’ok venerdì scorso. E lo stesso ha fatto anche la Soprintendenza dei Beni culturali, in una riunione nella quale ne era stato chiesto il parere. Ma Fai, Legambiente, Italia Nostra e Wwf non si rassegnano all’idea: «Stiamo parlando di un parco antico e prezioso, situato in pieno centro — spiega Elena Grandi, pasionaria verde del parlamentino di zona 1 — e oltretutto è sprovvisto di parcheggi nelle vicinanze in grado di accogliere i grandi flussi di persone che l’evento richiamerà: un parco che non è in grado di sopportare un’occupazione che durerà circa due settimane e che prevede installazioni notevoli, ristoranti, stand di vendita, concerti, convegni, dibattiti». Anche il presidente Fabio Arrigoni, del Pd, scuote la testa: «Abbiamo sempre detto no in almeno dieci delibere a chi chiedeva di organizzarci eventi. Stavolta mica potevamo dire di sì, la sostanza non cambia anche se c’è di mezzo il mio partito». Ma la mozione approvata all’unanimità non è servita: Palazzo Marino ha chiesto una cauzione di 50mila euro al Pd, casomai si dovesse rovinare il parco. Giardino adesso intitolato a Indro Montanelli, che fu gambizzato dalle Br proprio lì a due passi, abituato com’era a passeggiarci ogni giorno.
Resta il fatto che l’ostinazione dei vertici locali (renziani) del Pd nel volere proprio quel posto — un ripiego in realtà: all’inizio si puntava sulla nuovissima piazza Gae Aulenti, sotto alla torre di Unicredit, ma c’erano problemi di sicurezza — ha creato un po’ di imbarazzo nello stesso partito. «I nuovi sono fatti così, come il grande capo. Si impuntano su una cosa e la vogliono ottenere a tutti i costi », si lamenta un dirigente, evidentemente non vicino alla maggioranza. Comunque sia, il segretario Pietro Bussolati ha promesso che il partito ci starà attento: massima cura nei confronti di questo parco pubblico inaugurato nel 1784. Con il consigliere comunale Carlo Monguzzi, sempre pd, che propone l’istituzione del doppio volontario: «Quello in cucina, e quello che dovrà vigilare sul verde». Ambientalisti e residenti invece non si fidano e promettono azioni di protesta ai giardini. Chissà se al Pd toccherà ingaggiare il terzo volontario: addetto alla sicurezza.