Palazzo Nuovo la bonifica dall’amianto slitta a fine 2016
Solo per quella data saranno riaperti anche i 4 piani più alti dell’edificio E aumentano i costi: circa 3 milioni – da La Repubblica ed. Torino del 18.09.2015
18 September, 2015
di Jacopo Ricca
Oltre due milioni di euro, quasi tre. Questa è la cifra che l’Università dovrà spendere per mettere in sicurezza e riaprire completamente Palazzo Nuovo, chiuso da 5 mesi per il pericolo amianto. Ad annunciarlo, ieri, è stato il rettore Gianmaria Ajani che in un’assemblea con studenti e lavoratori ha spiegato i tempi dell’intervento: lunedì apriranno piano terreno e la biblioteca Tabacco, mentre la settimana dopo, per la partenza delle lezioni, saranno disponibili 4 aule grandi. Tutte le lezioni che erano programmate al primo piano saranno spostate negli spazi già usati a maggio e giugno. I lavori di bonifica nelle aule saranno finiti per fine settembre, ma solo dopo metà ottobre dovrebbe esserci l’ok dello Spresal. Per gli altri piani dove sono ospitati gli uffici dei docenti e le biblioteche se ne riparlerà nel 2016. «Ho deciso di non aprire anche gli spazi non a rischio fino a che tutte le aree non saranno bonificate – dice Ajani – A ottobre faremo la gara d’appalto». Martedì c’è stato un nuovo incontro con lo Spresal in cui è stato illustrato il documento di valutazione del rischio: «Abbiamo mappato più di mille stanze e mille metri quadrati – aggiunge il rettore – Ognuna ha un colore e solo quando è verde si potrà entrare, quelle gialle che sarebbero accessibili per legge non lo saranno che dopo i lavori».
Le criticità maggiori sono state sollevate dagli studenti e dal professor Giame Alonge: «Lavoriamo da 5 mesi in condizioni impossibili. Che l’asl ci abbia messo più tempo nell’autorizzare l’apertura delle aule si poteva immaginare – attacca il docente – Da inizio settembre dobbiamo fare ricevimento in strada perché non a tutti è stato dato un ufficio». Il nodo da sciogliere resta l’accessibilità dei libri: «La cosa che ci preoccupa di più è la situazione delle biblioteche sta diventando insostenibile » dice Sebastiano Ferrero degli Studenti Indipendenti. L’idea di Ajani è di permettere ai bibliotecari di recuperare i testi nei piani off limits e metterli a disposizione degli universitari: «Dai lavoratori c’è disponibilità a farlo se lo Spresal valuta che è un’operazione sicura» ha garantito Stefano Vannicelli, rsu dell’Università, che è soddisfatto del progetto di bonifica: «Si stanno muovendo nel verso giusto».