Un passante verso il futuro. Il gioiello finalmente sdoganato
"L'Expo ha fatto il miracolo. Il Passante è sdoganato". L'articolo di Giangiacomo Schiavi sulla riscoperta del Passante Ferroviario di Milano - da CORRIERE DELLA SERA del 21.09.2015
22 September, 2015
di Giangiacomo Schiavi
Si dice che i grattacieli hanno cambiato l'immagine di Milano. È vero. Si dice che la nuova Darsena ha ridato ai Navigli la bellezza perduta. Vero anche questo. Ma c'è qualcos'altro da aggiungere, qualcosa che in questi mesi ha rafforzato la dimensione metropolitana di Milano: il Passante ferroviario.
Se non ci fosse stato l'Expo non ne avremmo nemmeno parlato: il muro di diffidenza che dura da anni sarebbe rimasto e avremmo continuato a ignorare che nel sottosuolo di Milano, oltre alle linee del metrò, c'è un anello ferroviario di prim'ordine, all'altezza delle grandi capitali europee. Se non l'avete ancora fatto, provatelo. Per raggiungere l'Expo da Rogoredo, Garibaldi, Pioltello o Porta Vittoria. Si viaggia che è una meraviglia, un treno ogni sei minuti, un sistema di incroci perfetto, il posto quasi sempre garantito.
Eppure per anni è stato quasi clandestino, un'ingombrante eredità del passato. Benvenuti nel magico mondo del Passante allora, in quella circolare ferroviaria che Parigi e Berlino utilizzano da anni e che Milano ha riscoperto in questi mesi, cancellando la brutta fotografia lasciata da Tangentopoli, quando le mazzette sporcavano tutto con gli appalti truccati e i politici corrotti. «Qui sotto c'è un'idea», recitava un cartellone pubblicitario ai tempi delle giunte Tognoli e Pillitteri: allora, negli anni Ottanta, il Passante doveva diventare la stazione urbana della Lombardia, utilizzando i treni delle Ferrovie dello Stato e delle Nord: la città-regione, quella che non è mai nata ma è nel Dna di Milano, quell'agglomerato da tre milioni e mezzo di abitanti che va da Novara a Varese, può esistere solo se ci sono trasporti efficienti, connessioni rapide e interscambi funzionali.
La partenza è stata falsa, purtroppo. Sul Passante si sono concentrati sprechi di denaro pubblico e mazzette. Ma l'idea era valida, e il successo di questi giorni, lo dimostra. Bisogna ringraziare chi l'ha tirato fuori dalle secche, realizzando in tre anni quel che non era stato fatto in quindici: l'assessore Goggi con il capostruttura di Palazzo Marino, Cozza, e il sindaco Albertini. Hanno cercato i fondi sfidando luoghi comuni e perplessità: «È un posto lugubre e a rischio», «le stazioni sono terra di nessuno». Per anni, nonostante gli oltre 50 mila passeggeri giornalieri, ha prevalso nei milanesi l'horror vacui. L'Expo ha fatto il miracolo. Il Passante è sdoganato. Servirebbe qualche negozio e qualche controllore in più nelle stazioni, per togliere il senso di deserto durato troppo a lungo. Adesso che ci siamo abituati, vorremmo diventasse un altro vanto per la nuova Milano.