Una carta dei diritti per i “cartoneros”, i disperati dei rifiuti
Il caso – da La Stampa del 13/10/2015
13 October, 2015
di Letizia Tortello
Li chiamano «pepenadores». Sono uno dei gruppi più emarginati del Messico. Vivono in baracche ai piedi di una discarica, che tutte le mattine scalano a piedi, come fantasmi all’inferno, per raccogliere i rifiuti. Devono fare in fretta a raccattare quello che possono, per poi rivenderlo, prima che il ragno meccanico getti l’immondizia nella fossa gigante in cui non si può accedere. È questo il lavoro dei pepenadores. Tra cani randagi e siringhe infette, malattie e zero acqua corrente. Carta, cartone, ferro vecchio, plastica e vetro, raccolgono tutto, per 2 euro al giorno.
Una delegazione di «pepenadores» è arrivata ieri a
Torino, invitata dalla cooperativa Arcobaleno, che con il progetto
Cartesio gestisce da oltre vent’anni la raccolta differenziata
della carta nella nostra città. Insieme a loro, i fratelli argentini
denominati «cartoneros», del quartiere La Matanza, raccoglitori di
cartone e di metallo a Buenos Aires. Vengono «dalla fine del mondo»,
come direbbe papa Francesco - che li ha anche incontrati - per uno
degli appuntamenti più significativi del Forum. Giovedì alle 11,15
a Palazzo Reale, nella Sala degli Svizzeri, l’assessore
all’Ambiente Lavolta e l’arcivescovo Nosiglia saranno con loro
per un incontro dal titolo «Social innovation: the case of
Cartoneros». Stamane, invece, gli ospiti (che alloggiano all’Oasi
di Cavoretto, una struttura di accoglienza del Gruppo Abele) andranno
a visitare la discarica Amiat di Basse di Stura. Tra i messicani, c’è
anche un tecnico dei rifiuti, che vuole studiare il nostro sistema di
recupero del biogas, per portarlo in paesi in cui la raccolta
differenziata è ancora una realtà quasi sconosciuta.
L’occasione
del workshop con questi testimoni della povertà, che del peregrinare
tra l’immondizia per vivere ne hanno fatto un lavoro, è la firma
di una Carta dei diritti dei raccoglitori informali di rifiuti.
«Questo documento - spiega Tito Ammirati, presidente di
Arcobaleno - ha lo scopo di riconoscere l’attività del
raccoglitore di rifiuti, con competenze, regole e diritti
riconosciuti». L’incontro degli abitanti delle discariche
messicane e delle favelas argentine con Arcobaleno è simbolico anche
perché la coop torinese è la realtà che consente da anni a un
centinaio di lavoratori svantaggiati, ex detenuti, emarginati, di
ricominciare una vita. Proprio a partire dai rifiuti riciclati,
opportunità di lavoro e di riscatto.
Foto: blog.panampost.com