Car2Go ed Enjoy “Trattate anche noi come mezzi pubblici”
Ma si ridimensiona l’allarme sulle multe: sono 1100 – da La Stampa del 15/10/2015
15 October, 2015
di Beppe Minello
Potremmo chiamarlo il giallo delle multe. Quelle che si beccano i
clienti delle due società di car sharing, Enjoy e Car2Go, che da sei
mesi fanno girare in città 400 Fiat 500 rosse e 450 Smart, alle
quali si aggiungono le 120 di CarCityClub, controllata da Gtt, le cui
auto si possono prelevare e lasciare solo in 68 parcheggi dedicati in
città e sono equiparati a un mezzo pubblico. Per questo motivo,
godono di tutta una serie di privilegi contestati dai colossi
controllati da Eni (Enjoy) e Daimler (Car2Go).
Contestati
perché rappresentano uno dei principali motivi di confusione
all’origine delle multe ai loro clienti convinti di poter passare
nelle corsie preferenziali e nelle vie destinate al mezzo pubblico
dove, invece, possono circolare solo le 120 auto del CarCityClub.
Quante multe? Hanno chiesto più consiglieri della Commissione
Trasporti che ha audito i responsabili delle tre società. «Decine
di migliaia» ha buttato lì Simone Serafini di Enjoy; «Molte» ha
confermato Gianni Martino di Car2Go. L’assessore Lubatti ha
chiamato i vigili i quali, nel pomeriggio, a Commissione ormai
chiusa, hanno rivelato che il numero delle multe si aggira attorno a
1100 nei sei mesi di attività del nuovo servizio che ha conquistato
decine di migliaia di torinesi: i numeri non vengono rivelati da
nessuna delle 2 aziende private e i dati che fornisce al Comune non
possono essere rivelati senza la loro autorizzazioni. Tante o poche
multe?
Certamente molte meno dei numeri da allarme
lasciati intendere dalle due società: «Fatti due conti sono meno di
duecento contravvenzioni al mese» commenta Lubatti. Il quale, però,
ha riconosciuto che una segnaletica migliore all’ingresso delle vie
proibite sarebbe già qualcosa: «Ma è una processo lungo perché
ogni nuovo cartello stradale dev’essere autorizzato dal Ministero».
Anche strumenti come un allarme acustico che scatta nell’abitacolo
dell’auto quando sta per imboccare una strada proibita sconta la
necessità di avere un costoso sistema elettronico. In ogni caso, le
società chiedono al Comune di equiparare le regole, vale a dire che
nella Ztl devono circolare liberamente tutti o nessuno. «Ma noi
siamo un’altra cosa - ha replicato Tiziano Schiavon di CarCityClub,
attivo da 12 anni e con 5000 clienti -. La legge Ronchi, da cui
discendiamo, ci equipara ai bus e come tali viaggiamo». «Tutti
dentro no - ha tagliato corto Lubatti - mille auto vanificherebbero
la nostra battaglia per favorire la velocità dei mezzi pubblici».