Dieselgate, Volkswagen si scusa coi clienti italiani e Legambiente chiede di anticipare i nuovi test su emissioni
L'azienda tedesca ''chiede scusa a tutti, per il ''grave errore commesso'' dalle pagine dei quotidiani italiani. Intanto Legambiente chiede al governo di anticipare le nuove norme europee sui test che prevedono un ciclo di prova di emissioni e consumi più vicino all’uso reale
18 October, 2015
"Faremo di tutto per riconquistare la vostra fiducia'' dichiara Volkswagen rivolgendosi ai propri clienti dalle pagine a pagamento di alcuni quotidiani italiani domenica 18 ottobre. Su Repubblica, Corriere della Sera, Sole24, l'azienda tedesca ''chiede scusa a tutti, per il ''grave errore commesso'' in merito al cosiddetto dieselgate; aggiunge che i veicoli sono ''tecnicamente sicuri'' per la circolazione sulle strade, che appena sarà pronta la ''soluzione tecnica'' i proprietari delle auto interessate saranno avvisati e l'intervento sarà ''ovviamente totalmente gratuito'', fino a concludere: ''Sappiate che non ci fermeremo fino a quando non avremo riconquistato pienamente la vostra fiducia''.
Qualche giorno fa invece il nuovo presidente del Consiglio di amministrazione di Volkswagen, Matthias Müller, aveva inviato una lettera al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, in cui viene manifestata – e non si vede come potrebbe essere altrimenti - la volontà di collaborazione con le autorità e l'impegno a offrire una soluzione per i clienti . "Anche noi vogliamo sapere come questo sia potuto accadere e vogliamo individuare i responsabili" scrive Müller. E assicura: "Ci stiamo adoperando al massimo per chiarire la questione in modo coerente e completo".
Dichiarazioni scontate ma anche piuttosto ipocrite. È noto infatti che il dieselgate che ha travolto la casa automobilistica tedesca sia parte di una truffa “di sistema” che riguarda tutta l'Europa, dove 9 auto diesel su 10 di ultima generazione provate su strada non rispettano i limiti di legge riguardo le emissioni di Nox, ossidi di azoto, pur avendo passato i test in laboratorio.
A questo proposito Legambiente chiede al governo italiano “di prendere provvedimenti più incisivi, al fine di informare adeguatamente i cittadini e gli acquirenti di auto di nuova immissione sul mercato”. La proposta è quella di anticipare, su base volontaria, le nuove norme europee sui test che dovrebbero entrare in vigore nel 2017 e che prevedono un ciclo di prova di tutte le emissioni e dei consumi più vicino all’uso reale, valido in tutto il mondo, (Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures – WLTP). Dopo di che il governo dovrebbe imporre di affiancare all'atto di vendita l'obbligo di comunicazione dei risultati raccolti su tutti gli inquinanti. “Tali dati debbono essere pubblicati anche sui siti web istituzionali in italiano di tutte le case costruttrici, italiane e straniere – aggiunge il vicepresidente Andrea Poggio - ed è la condizione per vendere nuove auto in Italia”.
L'associazione ricorda che le emissioni dei motori diesel sono tra gli inquinanti di maggior impatto sulla salute delle persone, tanto che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità le ha classificate come cancerogene per l’uomo (gruppo 1 IARC). Legambiente sottolinea che “i trucchi per passare i test antinquinamento usati dalle case automobilistiche, secondo un rapporto dell’associazione Transport & Environment, sono iniziati 30 anni fa e aumentati negli ultimi anni, al punto da fare registrare per la CO2 emessa dalla media del automobilistico europeo, dal 2008 a oggi, una riduzione delle emissioni di soli 13,3 grammi a chilometro a fronte di una previsione di 35,5 grammi. E, in misura più o meno rilevante a seconda dei modelli, tutti gli altri gas e particelle inquinanti vengono sottostimati dai test rispetto alla realtà”.
“Sul fronte della CO2, le prove indipendenti su emissioni medie e consumi della rivista Quattroruote, di Altroconsumo e di l'Ecomobilista dell'associazione svizzera ATA forniscono indicazioni chiare della differenza tra i consumi e le emissioni di CO2 reali e quelle dichiarate delle varie case automobilistiche. Le differenze sono in genere rilevanti: oscillano tra il 20% e il 40% in più, con punte che superano il 50%”.
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