“Riciclando per il clima” da nord a sud: il racconto dei ragazzi di Palermo
Con la maglietta "Io faccio la raccolta differenziata", anche a Palermo domenica si è recuperata carta e cartone dai cassonetti e incentivata la raccolta differenziata, nelle zone Boccadifalco e Corso Calatafimi
30 November, 2015
di Lorenza Strano
Nella giornata contro il cambiamento
climatico che ha anticipato l’apertura della Cop di Parigi, “Eco dalle città”,
insieme a Comieco, ha organizzato azioni simultanee a Torino, Roma, Bari e
Palermo, intitolate "Riciclando per il clima", per mostrare che anche la raccolta
differenziata può diminuire la febbre del pianeta. Tre pezzi d’Italia, nord,
centro e sud si sono attivati dalle prime ore del mattino, agendo su contesti
con diverse sensibilità e differenti approcci alla gestione dei rifiuti.
Al sud, si sa, le percentuali di materiale differenziato non sono di certo promettenti e se nel 2014 c’è stato un aumento generale delle tonnellate di carta e cartone raccolte, in Sicilia la situazione è rimasta invariata. Non per questo ci si è arresi. A luglio di quest’anno, a Palermo, sono stati piazzati nuovi cassonetti bianchi per carta e cartone, nella speranza di incrementare le quantità raccolte.
Ieri abbiamo cercato di scoprire come sta reagendo la città. Abbiamo camminato, perlustrato, preso nota dello stato della raccolta e della conoscenza di questi temi. Insomma, un gruppo di giovani in giro per i quartieri serviti da Comieco, Boccadifalco e Corso Calatafimi, interessati dalla raccolta differenziata nelle strade. A Palermo, soltanto 100.000 abitanti fanno parte di un servizio porta a porta che si svolge nelle aree benestanti della città. Il resto, al momento (in futuro il progetto sarà allargato ad altri quartieri), è lasciato alla sensibilità dei singoli che hanno a disposizione cassonetti bianchi per carta e cartone, gialli per la plastica e verdi per il vetro. Qualcosa con cui i palermitani non riescono a prendere confidenza per diversi motivi, non è solo questione di essere consapevoli.
Dal giro svolto nel primo quartiere, recuperiamo discrete quantità di carta e cartone dai cassonetti dell’indifferenziato (che per molti sono i soli esistenti), insieme ad altri materiali ed oggetti. Un gruppo di bambini segue le nostre mosse, entusiasta; alcuni capendone il senso altri divertiti come se stessero assistendo ad un gioco in cui ci si portano dietro rifiuti. Ci accompagnano tra gli anziani, dai quali apprendiamo che non tutti sanno della possibiltà di differenziare ed accolgono con diffidenza le nostre informazioni. Altri lamentano la distanza dai cassonetti, altri non hanno proprio voglia, dato il semi permanente stato emergenziale della raccolta dei rifiuti in Sicilia e a Palermo. “Dovrebbero dare degli incentivi per farci riciclare” cosi ci suggerisce un signore all’uscita del supermercato. L’opportunità di separare e contribuire alla differenziata c’è, manca forse la volontà. ”Le strutture e le possibilità per differenziare ci sono e sono attive – dice un operatore ecologico - sono loro che non la vogliono fare”. Dopo aver parlato a lungo con i residenti sui problemi che l’amministrazione ha nel portare avanti la raccolta, sul retaggio culturale del “buttano tutto insieme”, del “siamo troppo indietro qui, finalmente una cosa buona per farci andare avanti”, constatiamo che il cassonetto bianco destinato a carta e cartone è semivuoto, mentre diversi materiali vengono fuori dai sacchetti buttati già dalle prime ore del mattino, momento in cui sarebbe vietato conferire rifiuti. Giocattoli, umido, cartoni della pizza, plastica.
Situazione quasi opposta in Corso Calatafimi dove abbiamo sì trovato vari materiali perfettamente recuperabili nell’indifferenziato, ma tantissimo cartone che fuoriusciva dal cassonetto bianco ed esplodeva sul marciapiede. Incontriamo infatti chi si lamenta perché non sa dove conferire i rifiuti, data la mancanza di spazio disponibile, ma anche chi non sa nemmeno rispondere alla domanda su che cosa sia la raccolta differenziata. Sensibilità che si mescolano in un quartiere che tutto sommato ha a disposizione gli strumenti per differenziare.
Di sicuro giornate di informazione come queste sono utili, per animare quartieri difficilmente raggiungibili da attività per bambini e diffondere una cultura più attenta all’ambiente; cultura necessaria, se vogliamo evitare quei due gradi in più del riscaldamento climatico globale.
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