In occasione degli scioperi proclamati dai vari sindacati ATM, più volte abbiamo cercato di capire il giorno prima, sentendo direttamente ATM o interrogando qualcuno dei suoi dipendenti in giro per la città: "Come sarà l'adesione di domani?". Purtroppo è una domanda a cui nessuno sa rispondere: nè in azienda, nè tantomeno intervistando i singoli tramvieri.

L'ultimo esperimento l'abbiamo fatto martedì sera, quando abbiamo provato a chiedere a qualche addetto ATM quale sarebbe stata l'adesione dello sciopero proclamato dal sindacato autonomo CUB, per mercoledì 16, anche in relazione all'emergenza inquinamento che sta vivendo Milano. "Non possiamo saperlo", ci hanno detto dai gabbiotti della metropolitana, "non possiamo entrare nella testa dei nostri colleghi".

Come dire: chi sciopera lo decide all'ultimo (anche se lo sciopero viene dichiarato da una precisa sigla sindacale). Anche se il sentore di martedì era che lo sciopero non sarebbe stato di quelli "duri", perché dichiarato da una sigla minore e per sole 4 ore, e che non avrebbe fermato la metropolitana. "E' però solo una sensazione", ci precisava un'addetta al controllo ATM.

In effetti lo sciopero è stato leggero, tutte le linee metro funzionavano, con l'eccezione di quattro fermate della Linea 1. Ma anche se leggero, comunque uno sciopero. E così, non senza polemiche, il giorno prima la Regione aveva deciso di sospendere tutte le misure antismog: non solo quelle regionali in vigore dal 15 ottobre di ogni anno, ma anche quelle aggiuntive, come il blocco euro3 diesel senza filtro, del protocollo provinciale della Città Metropolitana di Milano.

L'effetto è stato che, con una città da più di 20 giorni sopra i limiti ammessi di inquinamento delle polveri sottili, e con un PM10 che ancora ieri nell'agglomerato di Milano è stato vicino ai 100 mcg/m3, uno sciopero proclamato e poi effettuato da meno di 40 lavoratori, ha comunque condizionato gli spostamenti di centinaia di migliaia di persone. E fatto annullare le già blande misure antismog in vigore.