Via Bologna e Lungodora perdono troppe piante
Gli abitanti: perché tagli così massicci? - da La Stampa del 07.09.2005
07 October, 2005
<b>Giacomo Bramardo</b>
Angelo Conti
Dopo via Bologna, anche lungo Dora Savona e lungo Dora Firenze. Possibile che in questa città tutte le piante siano malate? Si allunga l’elenco delle strade «pelate» dall’abbattimento degli alberi. Platani, olmi, pini marittimi o faggi che sono stati lì, magari per 40 o 50 anni (e a volte anche di più) spariscono ormai con troppa disinvoltura dai nostri viali. Per fare posto a corsie preferenziali destinate agli atleti olimpici (non c’era davvero alternativa?) oppure a nuove piste ciclabili (come lungo Dora Firenze). Almeno questa è la sensazione per migliaia di cittadini. La dimensione del disagio si intuisce dall’incremento delle proteste che arrivano al Cronista per voi. Lettere, email, residenti che si presentano per denunciare ciò che per loro, più che «lavori di manutenzione» in vista delle Olimpiadi, rimangono interventi incomprensibili ed ingiustificabili.
«Scempi, per usare la parola giusta», ci dice Paolo Mento. «Come nel caso di via Bologna, dove gli olmi ad alto fusto sono stati scambiati addirittura per faggi, prima di essere definitivamente abbattuti e sostituiti con piantine che, se tutto andrà bene, torneranno a fare ombra ai nostri nipotini. Sono stati giudicati tutti malati. Indistintamente. Come è possibile? Nei giorni in cui sono stati abbattuti - era il periodo di Pasqua - i cartelli affissi dal Comune parlavano di potatura. Altro che potatura. Qui le piante non si curano, si tagliano. Se i residenti, ingannati da quei cartelli, avessero saputo le reali intenzioni, forse avrebbero fatto sentire la loro voce. Invece, in pochi giorni il fattaccio si è compiuto, senza che nessuno potesse evitarlo».
Sono in molti i torinesi scettici sulla necessità di compiere drastiche modifiche al verde pubblico della città, una delle più verdi d’Italia. Ma che, stando così le cose, potrebbe offrire tutt’altra immagine ai turisti che accoglieremo proprio tra pochi mesi. «Le piante non avranno certo il tempo di ricrescere, ci vorranno decenni. E l’aspetto di certe passeggiate e di certi viali, ora è radicalmente cambiato: sono rimaste delle spianate di cemento».
Il verde sparito sulle due sponde della Dora non è passato inosservato. «Ci siamo trovati da un giorno all’altro senza alberi e senza ombra - racconta la signora Agnese -, li hanno tolti tutti. Non sappiamo cosa vogliano fare, noi siamo gli ultimi a sapere. Il Comune non ci consulta, non tiene conto delle opinioni di chi qui ci vive. Paghiamo tutto, ma quando si tratta di decidere dobbiamo solo subire. Diciamo pure che il coinvolgimento dei cittadini è scarso o nullo quando si tratta di abbattere le piante. La parola spetta solo agli assessori e agli agronomi». Rosanna A.: «Si fa tanta guerra allo smog e poi si tagliano con questa facilità alberi quasi secolari, che sono il polmone d’ossigeno della città».
Nessuna spianata di cemento, si difendono dal Comune. I lavori rientrano nella manutenzione straordinaria olimpica. «In Lungo Dora Savona, Firenze, così come in altre decine di punti a Torino - replicano dal settore del Verde Pubblico - sono in fase di sostituzione alberi malati o non adatti alla città. In lungo Dora Firenze c’era una lunga fila di pini marittimi e dalla sponda opposta noci americani. Dopo un’attenta analisi gli agronomi hanno suggerito di sostituirli con altre specie, più resistenti». Più resistenti? Ma non si sono dimostrati abbastanza resistenti gli alberi che erano lì da 40-50 anni? «Tra pochi mesi il verde verrà restituito ai residenti e potranno godere dell’ombra dei platani, come quelli di corso Regina o Vittorio Emanuele». Sì, ma tra quanti anni?