Renault, ipotesi frode sulle emissioni. Ispezioni negli stabilimenti
L'ipotesi investigativa è che anche alcuni motori diesel siano equipaggiati con un software che consente di eludere i controlli sulle emissioni, proprio come quello alla base dello scandalo che ha investito Volkswagen
La casa automobilistica francese Renault è sospettata di aver alterato i dati sulle emissioni delle proprie auto, come avvenuto nel caso Volkswagen. La conferma arriva con una nota la stessa Renault dopo l'indiscrezione arrivata dal sindacato Cgt, che parla di un'ispezione in corso della Dgccrf, la direzione per la repressione delle frodi che dipende dal ministero dell'Economia francese, in alcuni impianti produttivi dell'azienda.
Secondo le prime informazioni, l'ipotesi investigativa è che anche alcuni motori diesel siano equipaggiati con un software che consente di eludere i controlli sulle emissioni, proprio come quello alla base dello scandalo che ha investito Volkswagen lo scorso settembre. Le forze dell'ordine, dice il sindacato, hanno sequestrato numerosi personal computer ai dirigenti. La Dgccrf, sottolinea Renault nella nota, "ha deciso di procedere ad un supplemento di indagine nella sede e in alcuni siti dell'azienda per validare definitivamente i primi elementi dell'analisi realizzata dalla Commissione tecnica indipendente". In particolare "la Dgccrf si è recata nella sede sociale, nel centro tecnico Renault di Lardy e nel Technocentre di Guyancourt".
La casa automobilistica transalpina aggiunge che gli accertamenti in sede si inquadrerebbero nelle analisi richieste dal ministero dell'ambiente francese a seguito della vicenda che ha coinvolto la casa tedesca. Parallelamente il gruppo Psa Peugeot Citroen ha puntualizzato di non aver subito perquisizioni, aggiungendo a sua volta che le recenti analisi richieste dal ministero francese, non hanno evidenziato alcuna alterazione sulle emissioni dei suoi veicoli.
Sembra dunque iniziare ad allargarsi il cosiddetto dieselgate, ma non era difficile da prevedere. Ad ottobre Marco Ferrari di Genitori Antismog, associazione attiva da oltre 10 anni nella difesa della qualità dell’aria, sosteneva che lo scandalo sulle emissioni delle auto diesel Volkswagen vendute negli USA fosse solo la punta dell'iceberg di una truffa “di sistema” che riguarda tutta l'Europa e probabilmente il mercato automobilistico nel suo complesso. "Nel vecchio continente ben 9 auto diesel su 10 di ultima generazione provate su strada non rispettano i limiti di legge riguardo le emissioni di Nox, ossidi di azoto, eppure tutte hanno passato i test - denunciava Ferrari - Secondo l'organizzazione europea Transport & Environment i consumi reali sono fino al 40% più alti di quelli dichiarati e le emissioni di NOx arrivano ad essere superiori di 20 volte rispetto ai limiti di legge”.
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