Pile e accumulatori, alla Camera approda proposta per una nuova gestione dei questi rifiuti
Per raggiungere l'obiettivo europeo del 45% entro settembre 2016 la normativa deve evolvere e andare incontro al mercato, equiparando pile e accumulatori ai RAEE
22 January, 2016
Lo smaltimento delle pile e degli accumulatori, per i cittadini, comporta sempre qualche problema e criticità. Molte volte l'unica vera difficoltà è quella di non trovare un punto di raccolta comodo, principalmente vicino casa o l'ufficio. Ovviamente ci sono i centri di raccolta rifiuti dei comuni per smaltire le pile, molte volte gli stessi negozianti che vendono pile e accumulatori si preoccupano della raccolta ma l'intero comparto è “frenato” dalla normativa che regola la filiera.
La prima criticità della normativa, rappresentata dal Decreto ministeriale 188 del 2008, è che le pile e gli accumulatori non sono considerati rifiuti urbani e quindi, per forza di cose, la loro gestione e smaltimento segue un percorso “più burocratizzato”. La proposta di modifica dell'attuale normativa, va nella direzione di snellire le procedure, da parte di chi gestisce il rifiuto, per permettere un recupero maggiore di pile e accumulatori in vista degli obiettivi europei, da raggiungere entro il 26 settembre 2016, ovvero il 45% dell'immesso sul mercato. Gli ultimi dati del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA), relativi al 2014, danno la percentuale di raccolta al 39%.
Secondo il CDCNPA bisogna “intervenire - e la proposta di modifica va in questa direzione- e modificare sia gli aspetti gestionali del sistema che quelli operativi. Innanzitutto interviene sulla corretta identificazione dei produttori di pile e accumulatori e sulla loro effettiva adesione a un sistema individuale o collettivo che garantisca la raccolta dei rifiuti. Riconoscendogli la caratteristica di rifiuti urbani si evita la tenuta del registro di carico e scarico e l’adesione al Sistri. Così si riduce la burocrazia inutile e si garantisce che negozi e grande distribuzione diventino punti di raccolta capillari e diffusi sul territorio, stimolando i cittadini a differenziare questi rifiuti. Tutto questo permetterebbe di dare finalmente l’impulso decisivo per l’incremento dei tassi di raccolta”.
Inoltre servono validi sistemi di monitoraggio sugli accumulatori al piombo che oggi in parte non seguono la corretta filiera di raccolta e riciclo dei sistemi dei produttori, finendo dispersi nell'ambiente, in discarica o inceneriti, oppure vengono esportati all’estero, sottraendo così importanti risorse al sistema industriale del paese.
“Il nostro settore – dice il presidente del CDCNPA Rentocchini - è molto simile, per tipologia e operatori, a quello dei RAEE ma mentre per i rifiuti elettronici la normativa europea e nazionale è già stata più volte aggiornata, per le pile e gli accumulatori ci sono interventi migliorativi che attendiamo da anni. “Ormai - conclude Rentocchini - il sistema di gestione di pile e accumulatori esausti è maturo e noi operatori abbiamo ben chiaro quali sono gli adeguamenti normativi che potrebbero rendere più efficiente il sistema e aumentare la raccolta. Siamo molto contenti che anche gli organi legislativi abbiano preso in mano la questione: a dicembre la Commissione Ambiente della Camera ha chiesto di uniformare, per quanto possibile, la disciplina sulle pile e accumulatori a quella dei RAEE; oggi il Parlamento si appresta a discutere questa proposta di legge. Non possiamo che augurarci che l’iter parlamentare sia veloce e porti a un atteso miglioramento della normativa”.